LBA - Vanoli, un ritratto di David Cournooh di Giorgio Gandolfi

LBA - Vanoli, un ritratto di David Cournooh di Giorgio Gandolfi
© foto di Vanoli Basket Cremona

David Cournooh in due stagioni a Cremona con medie di 9,9 punti, 2,3 rimbalzi, 2,6 assist, 1,3 palle recuperate e 10,7 di valutazione si è imposto e fatto ben volere per essere un punto di riferimento per Paolo Galbiati e la squadra. Giorgio Gandolfi ne ha fatto un bel ritratto su La Provincia.

Il papà era portiere di calcio in una squadra locale in Ghana. Viene in Italia a Napoli con alcuni altri connazionali e poi si trasferisce a Villafranca di Verona, dove nasce David Cournooh, la guardia della Vanoli, che sta giocando in questa prima parte di campionato la sua miglior stagione.

"Ho iniziato a giocare nella squadra di Villafranca" racconta il giocatore, "e a 15 anni ho fatto un provino a Pesaro. Poi Sandro Boni, ex giocatore in Serie A a Verona e poi dirigente a Villafranca, mi dice che la Mens Sana Siena, allora la numero uno non solo in Serie A, ma anche a livello giovanile, era interessata a me e, dopo un provino, mi trasferisco a Siena. Non è stato facile per un ragazzo di 15 anni andar via da casa e vivere in una realtà distante dalla famiglia, ma è stata un'esperienza che mi ha fatto crescere".

Due anni dopo viene aggregato alla prima squadra, dove si allena e si confronta con giocatori del calibro di Terrel McIntyre e Romain Sato. "Tutta la sua famiglia è composta di persone di spessore ed esemplari nel comportamento" ricorda Luca Banchi, in quegli anni assistente a Siena. "David era un ragazzo educato, disciplinato e che ha vissuto, seppure ai margini, grandi esperienze in prima squadra".

Dopo Siena, con cui vince un campionato U19, fa la sua prima apparizione in A2 a Casale Monferrato, e in seguito gioca per tre anni in A2, fino a quando, nel 2014, esordisce in A1 a Brindisi. Ma è la Virtus Bologna la squadra con cui ha la ottenuto la sua più grande soddisfazione. "Vincere la Champions è stato uno dei due più grandi traguardi che ho raggiunto, e il secondo è stata la salvezza con Cremona lo scorso anno, quando tutti ci davano per retrocessi" dice.

È single, ha come hobby guardare le serie tv, leggere e prendersi cura del suo cane, un Basenji, che gli ha fatto compagnia quando era in quarantena a causa del Covid. Quando gli si chiede con quale o quali ex compagni ha legato in maggiormente racconta che tiene i contatti con molti di loro. Come anche dice che tutti gli allenatori che ha avuto in questi anni gli hanno dato qualcosa, sia dal lato tecnico, che umano.

I suoi contatti con il paese africano, in cui sono nati i suoi genitori, li ha avuti dai tre ai cinque anni, quando era stato a visitare i parenti in Ghana, ma ora è molto che manca, ma ha un progetto: "Il prossimo anno, se sarà possibile, vorrei andare in Ghana e costruire campi di basket e calcio per i ragazzi ghanesi".

David in ogni suo lato mantiene un profilo basso e tranquillo, eccetto quando è in campo e le sue accelerazioni ed il primo passo per battere il difensore, sono impossibili da fermare, anche a difesa schierata. Clark Kent fuori, Superman in campo.