Westbrook torna a Denver e svela la verità sulla sua uscita dai Nuggets
Russell Westbrook è tornato al Ball Arena da avversario con la maglia dei Sacramento Kings, ma ha parlato senza filtri della sua uscita dai Denver Nuggets. Quella che sembrava una separazione consensuale si è rivelata tutt’altro. “La verità è che non mi volevano indietro,” ha dichiarato Westbrook al Denver Post. “Non dipende da me. Dio ha sempre un piano; bisogna essere pazienti. Non dipende da me. Non mi vogliono, va bene. Qualcun altro lo farà.” Prima dell’inizio della stagione, il giocatore aveva la possibilità di esercitare una player option da 3,5 milioni di dollari, ma secondo lui fu la dirigenza a scoraggiarlo: “Mi hanno detto di non farlo. Non vado dove non sono voluto. Non ne ho bisogno,” ha aggiunto.
Nonostante l’amarezza, Westbrook ha ricevuto un’accoglienza calorosa dai tifosi di Denver, che lo hanno omaggiato con una standing ovation durante un timeout, accompagnata da un video celebrativo della sua stagione in Colorado. “I tifosi, voglio dire, da quando sono stato qui, sono stati fantastici,” ha detto nel post-partita. “Mi hanno sempre dato grande energia. Io ho dato loro la stessa. Sono sceso in campo e ho sempre competito ad alto livello. Sono grato per l’ovazione, quindi lo apprezzo.”
Prima della palla a due, l’allenatore dei Nuggets David Adelman ha elogiato pubblicamente Westbrook: “È stato una parte fondamentale della nostra vittoria al primo turno contro i Clippers lo scorso anno. Un elemento chiave per alcune soluzioni difensive contro OKC nei playoff. È bello vedere che Russ è stato preso da Sacramento, e vedere la longevità e ciò che ha fatto in questa carriera incredibile e magica. Merita di essere in NBA. È bello vederlo là fuori a competere.”
Anche se la sua avventura a Denver è durata solo una stagione, l’impatto di Westbrook è stato significativo. Il suo ritorno ha lasciato il segno sia sul parquet che fuori, tra emozioni contrastanti e parole che hanno fatto rumore. La sua prestazione contro i Nuggets dimostra che, nonostante tutto, è ancora in grado di competere ad altissimo livello: 26 punti, 12 rimbalzi e 6 assist con 10/17 al tiro, guidando i Kings anche se sconfitti 130-124.