Clippers, allarme Bradley Beal: dolore all’anca sinistra e stop prolungato
Quando i Los Angeles Clippers hanno firmato Bradley Beal dopo il buyout con i Suns, le perplessità su salute e disponibilità erano concrete: nelle ultime quattro stagioni non aveva superato le 53 presenze. Dopo appena 10 partite della stagione 2025-26, Beal ha già saltato il 40% degli impegni e lunedì è stato dichiarato indisponibile contro gli Atlanta Hawks per dolore all’anca sinistra. È il quarto match saltato e il terzo problema fisico diverso (lombalgia, gestione del ginocchio e ora anca), un quadro che complica l’inserimento dell’All-Star nel nuovo sistema di Ty Lue. A preoccupare ulteriormente, Lue ha ammesso che c’è il timore di uno stop su più gare, preferendo prudenza per evitare ricadute e permettere a Beal di ritrovare ritmo senza forzare i tempi. Finora, l’impatto è stato sotto tono: 8.2 punti di media con il 37.5% dal campo e 1.7 assist, numeri lontani dagli standard dell’esterno tre volte All-Star. La scelta di pazientare è strategica: Beal resta centrale nella visione tecnica dei Clippers, ma la priorità è la sua piena disponibilità sul medio periodo.
Il contesto non aiuta: Los Angeles è reduce da cinque sconfitte consecutive e con un record di 3-7 dopo quella di ieri sera contro Atlanta, costretta a “galleggiare” senza uno dei principali innesti estivi. L’assenza di Beal impone correzioni immediate sulle rotazioni per preservare equilibrio e punti perimetrali; nel frattempo, il carico creativo dovrà ridistribuirsi su Harden e sul frontcourt. La continuità difensiva e la gestione del ritmo diventano leve essenziali per restare competitivi fino al rientro di Beal. Resta da capire quali aggiustamenti opererà Lue nell’immediato e come verranno ri-orchestrati spazi e compiti alla sua ripresa. Per ora, i Clippers devono reggere l’onda: minimizzare i vuoti offensivi, aumentare la qualità dell’esecuzione e proteggere i finali di partita. La scommessa è chiara: tutelare Beal, evitare affanni a breve e puntare su un recupero graduale che riporti l’All-Star al suo impatto abituale.