Il pagellone dell'Italia a EuroBasket 2025: da Pozzecco al fantasma Thompson

EuroBasket 2025 si è chiuso nei peggiori dei modi per l'Italbasket, con l'uscita nella prima partita della fase a eliminazione diretta. E contro una Slovenia che oggettivamente si poteva battere, anche con un fuoriclasse come Luka Doncic nel roster. A distanza di giorni possiamo parlare di una partita dai due volti: il primo è pessimo. L'Italia si è fatta segnare 30 punti, 22 nel primo quarto, dalla stella dei Los Angeles Lakers. Con i nostri giocatori "abbandonati" a degli 1vs1 che sono per Luka un mismatch, qualsiasi sia l'accoppiamento difensivo. E infatti ha segnato sulla testa di tutti. Ma davvero tutti quelli che si sono trovati davanti a lui a seguito di un cambio. E anche se un tiro sembra forzato, per Doncic non lo è, e sicuramente non lo si scopre nel settembre del 2025. La musica cambia a un certo punto del secondo quarto, dove sembra subito evidente che Saliou Niang possa essere colui da mettere su Luka. Nella ripresa l'Italia ha provato ad alzare l'intensità, raddoppiando a metà campo, forzando qualche persa, sfidando gli altri quattro sloveni al tiro. E alla fine sono stati appena 34 i punti segnati dagli avversari nella ripresa, peccato per i 50 nella prima metà.
Il pagellone di EuroBasket 2025
Danilo Gallinari, voto 10 - Un voto alla carriera, anche quella in Azzurro anche se purtroppo non ha portato a medaglie. Gallo si ritira dalla Nazionale e lo fa nel modo migliorare. Parte da lui l'incredibile rimonta: un minuto nel primo tempo, dentro nel secondo e subito un canestro con fallo da tre punti. Chiude con 10 punti in nemmeno 12 minuti, diventa a tratti il nostro unico terminale offensivo. E con tutte le difficoltà del caso, "ci ha provato", come ha detto commosso dopo la partita.
Nicolò Melli, voto 7.5 - Il capitano c'è sempre. Chiude con 6.7 punti di media, 5.2 rimbalzi e 2.7 assist il torneo. In finale 8 punti, 6 rimbalzi, 3 assist, compresa quella tripla dall'angolo assolutamente non banale per il -6 a 4:30. Resta vago sul futuro in Azzurro.
Simone Fontecchio, voto 6.5 - I 39 punti contro la Bosnia sono storia. Ma per il resto il torneo di Simone non è stato particolarmente brillante. In finale ci ha provato: 22 punti, 5 rimbalzi, 3 assist. Sbagliato l'accoppiamento difensivo che lo ha portato ad avere problemi di fallo, sbaglia qualche scelta nel finale. Togliendo la Bosnia, 12.2 punti con il 27.5% da tre.
Darius Thompson, voto 4 - Un fantasma contro la Slovenia. In 18 minuti sbaglia tre tiri e mette a referto solo 1 assist, 1 fallo, 1 persa. E tanti 0. Il plus/minus dice -20. I numeri del torneo sono pessimi: 5.7 punti, 2.5 assist con il 14.3% da tre. Anche lui brilla solo contro la Bosnia, ma le difficoltà di inserimento sono state da subito evidenti, oltre che normali considerando in quale momento si è aggiunto agli altri. Se Donte DiVincenzo rinuncia, non è obbligatorio avere il naturalizzato. Anche perché il peggiore è stato il nostro. Forse era meglio avere chi nel gruppo c'era già stato (Mannion?).
Pippo Ricci, voto 6.5 - Contro la Slovenia stecca anche lui, ma è stato uno dei pochi a trovare continuità al tiro. Chiude con il 38.1% dall'arco, percentuale più alta senza quello 0/2 nell'ottavo, dove ha faticato anche sotto. Ma sicuramente il suo torneo è da buona sufficienza.
Matteo Spagnolo, voto 5.5 - Parte sempre in quintetto, ma a volte gioca 3 minuti (contro la Bosnia), altre 23 (contro la Grecia) e altre ancora 5 (contro la Slovenia). Alti e bassi nelle scelte, soprattutto offensivamente, ha quanto meno fatto vedere qualcosa di interessante da guardia. Ora un anno al Baskonia con Galbiati, ha tutto per crescere ancora e prendersi la Nazionale.
Gabriele Procida, voto SV - Una gestione molto rivedibile: 29 minuti in 6 partite, di cui 21 nella inutile partita contro Cipro. Con la Spagna entra con grande personalità, sparando subito una tripla. Ma non gli permette questo di vedere il campo contro la Slovenia. Impossibile dargli un voto: ma anche per lui, come per Spagnolo, il futuro è Azzurro. E blancos, insieme a Scariolo.
Saliou Niang, voto 8 - La sensazione è davvero che "the next big thing", come dicono gli americani, per la Nazionale, sia già arrivato. Il classe 2004 gioca un EuroBasket di assoluto livello, personalità, quasi incoscienza. Sale a 10.2 punti di media, 4.6 rimbalzi. Ci salva contro la Spagna, senza di lui poteva finire davvero male. E anche contro la Slovenia ci prova fino in fondo: è il fulcro del futuro Azzurro.
Marco Spissu, voto 6 - Pretoriano di Pozzecco, chi vuol dire che il play sardo ha giocato così male parte prevenuto. Termina con 5.8 punti, 4.5 assist. Purtroppo non è preciso al tiro, 8/24, 33.3% alla fine del torneo. Ma tolta la partita contro la Grecia dà sempre qualcosa.
Momo Diouf, voto 8 - L'Italia ha un centro, finalmente. Momo è stato il terzo miglior marcatore per l'Italia: 9.8 punti, 4.8 rimbalzi di media, con il 63.9% dal campo. Dominante contro Hernangomez nella sfida alla Spagna, ha ben figurato anche contro la fisica Georgia.
Nicola Akele, voto SV - 15 minuti in 6 partite, 13 contro Cipro, 2 nelle altre. Impossibile dare una valutazione.
Alessandro Pajola, voto 6.5 - Chiude con 5.3 punti, 3.0 assist di media in 24.6 minuti. Contro la Slovenia è uno dei migliori nel primo tempo, poi anche lui cala.
Gianmarco Pozzecco, coach. Voto 5 - L'era Poz si chiude nel peggiore dei modi. Ovvero agli ottavi di un torneo che si stava mettendo in un certo modo, considerando le uscite di Francia e Serbia oltre le mancanze di altre. Quel pizzico di fortuna tanto spesso invocato non è arrivato: gli Azzurri finiscono dal lato sbagliato del tabellone. Il primo tempo contro la Slovenia è però pieno di errori tecnici, con Doncic trovatosi ad attaccare svariate volte in 1vs1. Che il gruppo fosse con lui è evidente. Lo dimostra la rimonta, sottolineata anche da tanti negli ultimi giorni. Ma anche nel finale manca lucidità nelle scelte. Sulla gestione di Procida o Akele è difficile sbilanciarsi. Pozzecco è un allenatore che punta su pochi uomini, lo ha ribadito anche nel passato. Una scelta sbagliata? Una scelta giusta? Dirlo dopo è sempre più facile. Certamente essersi ritrovati nel secondo tempo a cavalcare Danilo Gallinari dopo un utilizzo centellinato nel resto dell'Europeo non è stata l'immagine della chiarezza tecnica dello staff Azzurro. Ma siamo sempre nel campo dei se e dei ma. Tutti hanno ragione, tutti hanno torto. Sul primo tempo di Doncic, invece, parla l'oggettività. A posteriori, invece, la sensazione è che l'assenza quantomeno di Nico Mannion (per non citare Della Valle) nell'ottica di avere DiVincenzo è stata un colpo importante per l'offensiva Azzurra. Un'opzione in più in attacco avrebbe fatto bene, soprattutto tra gli esterni, tutti con determinate caratteristiche. Sicuramente non quelle di realizzatori. E oggi forse non te lo puoi più permettere.