Lega A - Virtus Bologna, Zanetti per la commercializzazione dei giocatori

Lega A - Virtus Bologna, Zanetti per la commercializzazione dei giocatori

Il giorno dopo il trionfo parla il patron della Virtus Bologna Massimo Zanetti, che nell'intervista concessa ad andrea Tosi de La Gazzetta dello Sport traccia le linee future della società bianconera più che mai proiettata al ritorno ai fasti del passato. Con un occhio a individuare come trovare nuove fonti di ricavi per i club.

Top Player. «I grandi giocatori li vorrebbero tutti. Ma se penso a questa Virtus, non credo che la stagione piena di alti e bassi sia dipesa dalla qualità dell’organico. C’è da chiedersi perché questa squadra, che a mio avviso ha valori tecnici importanti, abbia battuto Milano in Coppa Italia e poi perso in casa contro Pistoia. Se gioca col cuore e gli attributi che ha dimostrato nelle Final Four, non è seconda a nessuno».

Scudetto? «Certamente, anzi aggiungo che dalla prossima stagione la Virtus giocherà sempre per vincere lo scudetto. Tutti vorrebbero rivedere una finale Milano-Bologna? Bene, presto ci arriveremo».

Djordjevic. «Era la nostra prima scelta già la scorsa estate, me lo caldeggiò Boscia Tanjevic, ma i problemi col doppio ruolo di coach-c.t. ci hanno spinto su Sacripanti. Sasha si è dimostrato un allenatore capace di tirare fuori da tutti i giocatori il loro potenziale. Senza di lui non saremmo arrivati alle Final Four. Ora puntiamo a costruire una Virtus più forte per i prossimi anni. Sarà Djordjevic a fare il mercato compatibile col nostro budget ancora da definire (quest’anno il monte salari è stato di 6 milioni lordi) ».

Crisi dei grandi club. «No anche se ognuno dovrebbe fare i passi con la propria borsa e in Serie A mi risulta che solo 5-6 club siano in regola. Il vulnus del basket italiano è che non produce ricavi. Pubblico e sponsor non bastano più. I diritti tv sono quasi nulli e dalla cessione dei contratti dei giocatori non si fanno soldi. Nemmeno crescere i giovani è un affare. Noi spendiamo 2.5 milioni per il vivaio ma basta poco per portare via i migliori prospetti. Bisogna tornare alla piena commercializzazione dei giocatori come avveniva fino a 25 anni fa».