Thon Maker, il futuro è adesso

21.04.2017 19:08 di Alessandro Palermo   vedi letture
Thon Maker, il futuro è adesso

Prendete carta e penna, e - se non lo avete ancora fatto - segnatevi questo nome: Thon Maker, ala forte di due metri e sedici per centouno chili. Classe '97, Thon è il giocatore rivelazione in questo primissimo scorcio di playoff, nei quali ha debuttato senza un briciolo di paura. Prima stagione, prima post season, per un predestinato come Maker non c'era tempo di aspettare. Nato nel Sud Sudan ma naturalizzato australiano, il rookie dei Bucks ha sorpreso tutti per l'impatto che ha avuto nelle prime 3 gare contro i Toronto Raptors, al primo turno di playoff. Se Milwaukee - contemporaneamente alla crescita di Maker - dovesse vincere la serie e passare al turno successivo, il giovane lungo potrebbe seguire le orme di Bismack Biyombo, ex proprio dei Raptors che lo scorso anno stupì il mondo intero, svoltando la sua carriera modesta. Al termine di questi playoff, la sorpresa del 2017 potrebbe essere Maker, il quale fu scelto in estate dai Bucks alla numero dieci del draft. Decima chiamata del primo giro, niente male per uno che non ha frequentato neppure il college. Dall'high-school, alla NBA. Dal debutto nella lega più importante al mondo, a dei playoff soprendenti. Fino a poche settimane fa si parlava di lui come un buon prospetto per il futuro ma l'atleta di origini africane ha bruciato le tappe, il futuro di Maker è adesso.

IN PISTA
La storia di Maker è tutt'altro che banale: la sua infanzia è condizionata dalla guerra, che porta la sua famiglia a scappare dal Sudan all'Uganda. Le cose non vanno tanto meglio neppure lì, così Thon e famiglia sono costretti ad emigrare a Perth, in Australia. Proprio in Oceania si avvicina allo sport, iniziando con il calcio, per poi essere convinto a dedicarsi esclusivamente alla pallacanestro. Dall'Australia, al Canada, dove si afferma con il pallone in mano. Al liceo diventa presto un idolo, grazie ai video postati su YouTube che raggiungono velocemente un milione di views. Alla Virginia's Carlisle School segna oltre 22 punti a partita, totalizzando anche 13 rimbalzi di media e 4.5 stoppate ad incontro. L'afro-australiano ottiene il diploma con un anno di anticipo e le migliori università americane si fiondano su di lui. Kansas, Kentucky e Arizona State sono solo alcune delle pretendenti ma - a sorpresa - Thon rifiuta ogni proposta. Il giocatore decide di saltare il college e di stare fermo un anno per poi essere eleggibile al Draft del 2016.

LA PARTENZA
Thon, dopo aver partecipato al Nike Hoop Summit di Portland (insieme a Ben Simmons), acquista ancor più popolarità, arrivando nel giro della NBA con una certa fama. Tuttavia, alcune franchigie decidono di toglierlo dalla lista per alcuni dubbi sulla sua età reale. A credere in lui saranno i Bucks, che sorprenderanno tutti chiamandolo alla numero dieci. Anche in periodo di Summer Legaue dimostra di saperci fare, chiudendo quasi in doppia doppia (14.2 punti e 9.6 rimbalzi). Alla sua prima stagione nella Lega disputa 57 partite, scendendo in campo 9.9 minuti di media, segnando 4 punti ad allacciata di scarpe. Numeri non eccezionali, ma che con l'infortunio di Jabari Parker lo hanno portato a ritagliarsi uno spazio importante nelle rotazioni di coach Jason Kidd. Con Parker fermo ai box, Maker strappa un posto nel quintetto titolare, acquistando maggiore fiducia nei propri mezzi e dai propri compagni di squadra.

IL DECOLLO
Quando un giocatore ha fretta, ha fretta. D'altronde, di Maker, si era già capito fin da subito, dalla decisione forte di saltare il college per tentare subito il grande salto. La notte tra il 31 marzo ed il primo aprile, coincide con il suo decollo: contro i Detroit Pistons l'afro-australiano disputa una delle sue migliori partite, realizzando il suo career high di punti nella NBA. Al Bradley Center di Milwaukee ne segna 23 in 24 minuti, risultando decisivo ai fini della vittoria contro i Pistons (108-105 dts). In quella partita Maker partì titolare, conquistando definitivamente il cuore di coach Kidd, pronto a stendergli un tappeto rosso in vista della post season. Nelle 3 gare di playoff contro i Raptors, il giovane lungo dei Bucks è partito sempre in quintetto, non subendo minimamente l'ansia da prestazione per i primi playoff della sua vita. 15 minuti in campo all'esordio, 20' in gara due e 21' in gara tre. Queste le sue medie in tre partite: 6.7 punti, 2.7 rimbalzi, 2 assist e 1.7 stoppate in 19 minuti di impiego. Nella netta vittoria in Gara3 - davanti al proprio pubblico - ha raggiunto anche la doppia cifra, segnando 11 punti, oltre a fare tante altre piccole cose non presenti nelle statistiche.

IL PARAGONE CON "KG"
In molti, addirittura prima ancora di vederlo esordire in NBA, lo paragonavano a Kevin Garnett. Durante la sua stagione da rookie e l'ottimo finale di regular season, il paragone incomincia a farsi più serio, fino ad ottenere l'etichetta di "nuovo" Garnett. In tutto questo, però, non abbiamo ancora parlato dei pregi di questo straordinario talento che ha appena compiuto 20 anni lo scorso febbraio. Dunque, chiudiamo così il nostro focus, esponendo le migliori qualità del classe '97:

5 PREGI DI THON MAKER
1) Nonostante la stazza imponente corre e tira come una guardia, risultando agile e per nulla macchinoso.
2) Mette molto la palla a terra ed è dotato di un ottimo jumper.
3) Molto rapido in transizione. Sa sempre quello che deve fare, non tergiversa come spesso capita ai lunghi in contropiede.
4) Non un gran rimbalzista ma sa essere comunque molto solido in difesa e nei pressi del ferro. Anche in fase offensiva sa farsi valere.
5) Tenta volentieri il tiro da tre punti, peraltro con buone percentuali.

Focus a cura di Alessandro Palermo,
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