CONI - Il presidente Giovanni Malagò insiste sullo ius soli sportivo

CONI - Il presidente Giovanni Malagò insiste sullo ius soli sportivo

Giovanni Malagò riparte da quei quindici minuti che hanno positivamente sconvolto lo sport azzurro lo scorso 1° agosto, tra l'oro di Tamberi e quello di Jacobs alle Olimpiadi di Tokyo 2020, per tutta una serie di considerazioni, tra le altre, sul momento del movimento e del rapporto con la politica, nell'intervista di Paolo Brusorio sulla Gazzetta di Mantova.

Prima e dopo Tokyo. L'avevo detto alla vigilia che, a prescindere dai risultati, lo sport mondiale non sarebbe mai più stato lo stesso dopo una simile esperienza. Medaglie insospettabili, flop a sorpresa. E' andata come previsto.

Ius soli e Ius soli sportivo. Io ho parlato di ius soli sportivo e credo di averne le competenze. Chi non capisce alzi il telefono e chieda alle federazioni quanto è complicata, lunga e piena di insidie la procedura per diventare cittadino italiano. Una via crucis, per questo bisogna anticipare i tempi. Se un atleta è bravo perché deve aspettare i 18 anni ad avviare la pratica?

Protesta no-vax. Posto che non è solo una situazione italiana, sono allibito. Incredulo. C'è una fetta di popolazione che per nessun motivo al mondo vuole farsi imporre le cose, diciamo che hanno un concetto esasperato della democrazia. Con i nostri atleti abbiamo cercati di trasmettere un messaggio di salute e di sicurezza, impossibile non capirlo. Ripeto, sono allibito.

Anatema CIO. Evitata una figuraccia clamorosa con il Cio, ora dobbiamo definire un sistema. In tre anni e mezzo, lo sport ha avuto tre referenti in politica. Giorgetti, Spadafora e ora Vezzali. Le sembra normale?

Medaglie vinte, medaglie perse. Posto che molte sono arrivate in modo inaspettato, Ë ovvio che qualche delusione c'è stata. Aver portato quattro nazionali ai quarti di finale e averle perse tutte in colpo solo non mi ha fatto piacere. L'unico uscire a testa alta è stato il basket.

Valentina Vezzali. Valentina conosce bene le nostre dinamiche, impossibile non averla dalla nostra parte. Forse quando assumi certi in carichi devi metterti una divisa. Ma la pelle di Valentina è la nostra.