Tokyo 2020: perchè abbiamo battuto la Germania

L'Italia ha saputo aspettare il momento giusto per ribaltare la partita, grazie ad una grande difesa negli ultimi 5 minuti senza mai abbattersi anche quando era sotto di tanto
26.07.2021 00:01 di  Eduardo Lubrano  Twitter:    vedi letture
Tokyo 2020: perchè abbiamo battuto la Germania
© foto di Italbasket

L’Italia mi è proprio piaciuta. La capacità di stare lì senza lasciare andare la Germania e piazzare il 12 a 0 degli ultimi cinque minuti, sono il segnale di una grande squadra. Il primo quarto è stato impressionante: chiunque alzava la mano faceva canestro, specie i tedeschi da 3. Ma è l’Olimpiade e tutti hanno qualcosa in più dentro quindi ottimo per noi aver cominciato vincendo una partita dura contro una squadra atletica e più grossa di noi”.

Parole all’alba o quasi di Stefano Vidili, grande giocatore in Serie A negli anni ’90 fra Torino (la sua città) Siena e Fortitudo Bologna con in mezzo la parentesi a Caceres, primo italiano nel 1996 ad approfittare della sentenza Bosman. Non si può che essere d’accordo.

Sfruttando una parola molto usata di questi tempi la capacità di resilienza della Nazionale di coach Sacchetti è stata fantastica perché altre squadre si sarebbero sfaldate davanti alle percentuali impressionanti della Germania nel tiro da 3, anche il 67% ad un certo punto. E sul meno 12 - qui la nostra cronaca della partita -  sarebbe bastato un attimo di disattenzione in più – oltre a quella che ha permesso molti tiri aperti ai nostri avversari – per perdere definitivamente il filo della gara. Invece i nostri hanno fatto quadrato, hanno atteso che la grandinata teutonica passasse (46 punti nei primi due quarti 36 negli altri due di cui 10 nell’ultimo quarto), hanno aspettato che capitan Melli si mettesse al lavoro anche in attacco – per lui 13 punti nei secondi due parziali con due pale recuperate di importanza capitale – e che Danilo Gallinari, partito dalla panchina, lavorasse ai fianchi la difesa avversaria con la sua classe immensa. Intorno a loro quella che ormai dobbiamo chiamare la solita presenza impressionante di Fontecchio, la regia di Mannion e Pajola – alternati per dare sostanza ora all’attacco ora ad una difesa più aggressiva sulla palla -  e tutti gli altri che hanno alzato il muro difensivo un mattone alla volta.

Fino al capolavoro dei cinque minuti finali, dove giunti sull’80 pari, la nostra Nazionale ha spento la luce alla Germania ed è andata a canestro con diverse soluzioni e diversi giocatori (Fontecchio, Melli, Gallinari) che hanno confezionato un parziale di 12 a 0 che ci ha consegnato la partita. Bene benissimo allora questo rientro olimpico 17 anni dopo quel 28 agosto 2004 quando cedemmo l’oro all’Argentina ad Atene. Bene, benissimo,  il prossimo avversario dovrebbe essere più duro, l’Australia. Ma siamo a Tokyo e ce a giochiamo con tutti.

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