Sanguettoli, il primo coach "Marco Belinelli è stato unico"

Marco Sanguettoli ha come una medaglia appuntata sul petto: è stato il primo allenatore di Marco Belinelli. Si può dire che l'ha svezzato bene, col senno di poi. Sanguettoli è stato raggiunto per una intervista a Il Resto del Carlino edizione Bologna, per rievocare anni semplici ma fondamentali nella costruzione del giocatore, in campo e fuori: "Quello che ha ottenuto è frutto di tanti sacrifici. Con me però non ha vinto nulla, abbiamo riso di questo nella nostra ultima cena."
Beli visto oggi. "Il primo concetto che mi viene in mente è una carriera bellissima. Una persona squisita, che ha ottenuto il massimo, dal punto di vista sportivo dal suo corpo e grazie anche alla sua mente. Un fenomeno dal punto di vista tecnico. Ma non solo. Un esempio per i giovani: il talento è chiaro, c'era. E ha fatto tanto. Ma Beli non s'è mai tirato indietro. Ogni cosa che ha raggiunto o ha conquistato, l'ha ottenuta perché è stato capace di sacrificarsi. Di allenarsi come e più degli altri."
Commozione e felicità. "Ho seguito passo dopo passo la carriera di Marco. E al di là delle vittorie o delle sconfitte, ha sempre preso la decisione giusta. Se ha deciso di smettere, significa solo una cosa. Che il suo corpo ha detto basta. Ma noi... Noi dobbiamo essere contenti e felici. Non perché Marco si ritira, è chiaro, ma perché abbiamo avuto la fortuna di vivere al suo fianco un'avventura bellissima."
Un flash sul Belinelli allenato. "Allora dico tra i 15 e i 16 anni. Non c'è stato un momento particolare. Ma in quell'anno è cresciuto fisicamente. Prima era bellino da vedere, in campo si muoveva con padronanza ed eleganza. E si intuiva che avrebbe potuto avere una carriera luminosa... Quando il fisico si è adeguato alla crescita tecnica, abbiamo capito che avrebbe avuto una bella carriera. Da titolo NBA? Dico no per un motivo semplice. Prima di lui - e dopo non c'è stato nessuno - mai un italiano aveva toccato questi vertici. E' un po' come il primo uomo sulla luna."