A2 - Beniamino Gavio: "Per il Derthona non ho preso Torino, né prenderei Roma"

A2 - Beniamino Gavio: "Per il Derthona non ho preso Torino, né prenderei Roma"

Il presidente federale Gianni Petrucci vorrebbe spingerlo a trasferire il suo Derthona a Genova, città che non ha basket di alto livello da 45 anni ma formidabile bacino d'utenza. Però Beniamino Gavio conferma che non si vuole muovere dal suo territorio e che conta molto sul progetto della Cittadella dello sport nell'intervista a Piero Guerrini di Tuttosport.

Territorio. Io sono entrato nel basket per il legame con il territorio, con la popolazione, per le mie radici. Sono di qui, di Castelnuovo. E per questo ho avuto l'idea della Cittadella dello sport.

A noi piacerebbe agganciare Genova, come bacino d'utenza. Siamo vicini, con Pavia è uno sbocco naturale in prospettiva futura.

E vorremmo offrire uno spettacolo all'altezza della città ligure, andando a giocare qualche partita, in attesa che si sblocchi la questione del nostro palasport.

Arena. Come detto, pensiamo a un'arena multifunzionale, di grande flessibilità, che ospiti altri eventi sportivi. Che ospiti anche concerti e spettacolo  infilandoci nel calendario degli artisti, magari quelli che vengono a provare in questa zona, sfruttando l'idea che noi si vada a giocare qualche partita fuori.

Fase delicata. Se non fossi stato legato al territorio a questo club, alla sua storia, allora due anni fa avrei rilevato Torino. Oppure oggi prenderei Roma.

Del resto, a mio avviso, ci sono tanti titoli sportivi che potrebbero essere disponibili in questa fase. Non sappiamo a quante squadre saranno la Serie A  e la A2.

Nuove regole. Sono d'accordo con il presidente federale Petrucci sulla richiesta di sgravi fiscali, di riduzione del credito d'imposta per le sponsorizzazioni.

Aiuterebbe tutto lo sport italiano, non solo il basket. Persino il calcio di Serie C. Gli sponsor sarebbero invogliati ad intervenire. Per il resto, servirebbero nuove regole più severe, ma anche una diversa tassazione dei contratti per i giocatori.

Futuro. Cambieranno le regole anche nello sport, persino in una lega ricchissima e che crei immensi profitti come la NBA. Dovremo ritornare a vedere cosa sarà dopo, adesso siamoa ppena usciti di casa. In novembre se ne saprà di più, in tutti i Paesi.

Non possiamo pensare in termini di costi e contratti a ciò che è stato finora. Lo sport fa bene alla gente. Bisogna adeguarsi alla realtà, anche per una questione etica. C'è un aspetto umano da ritrovare.

Dovremo ripensare lo sport anche per le ricadute sul sociale. Ma dovremmo ripensare a tutto il nostro stile di vita, alle regole e leggi.