Cantù: cosa ha funzionato nella vittoria su Udine e cosa meno

29.11.2021 15:56 di  Paolo Corio  Twitter:    vedi letture
Cantù: cosa ha funzionato nella vittoria su Udine e cosa meno
© foto di Francesco Iasenza

Abbiamo conosciuto Gianni Corsolini, come chiunque abbia frequentato il Pianella negli scorsi decenni, ma assai meno (e ce ne dispiace) di tanti altri. Ma possiamo scommettere che quel tuffo sul parquet nella partita a lui dedicata l’avrebbe fatto annuire compiaciuto, con successiva comparsa di quel mezzo sorriso d’approvazione sul volto, perché sapeva bene che sbucciarsi le ginocchia fa sempre la differenza non solo nel basket. Il tuffo è quello di Matteo Da Ros per recuperare la palla che lancia in contropiede Robert Johnson per il 53-44 di Cantù su Udine: un gesto di vincente umiltà in una partita da 0 punti, 1 rimbalzo e 3 assist in 29’. 

Alla fine coach Sodini definisce Da Ros “una mente cestisticamente geniale”, per noi è più semplicemente l’esempio di quello che l’Acqua San Bernardo deve mettere sul parquet (ma anche fuori) da qui alla fine del torneo: nessuna supponenza e la consapevolezza che nulla è attribuito per rango (o per roster), ma che va conquistato con il lavoro e il sacrificio. E anche con quel sano pragmatismo, americanamente brianzolo, che vediamo mettere in atto dal “reverendo” Johnson nel segnare i 24 punti (17 dei quali nella seconda parte) che gli valgono il secondo cappello da “Pistolero” nello speciale riconoscimento di Old Wild West: giocate magari anche difficili, ma mai sopra le righe, con gli appoggi sicuri al tabellone (come nella foto dell'ottimo Francesco Iasenza) preferiti a qualsiasi altra acrobazia. "Tanto valgono sempre 2 punti", commenterebbe con quel suo inconfondibile accento coach Dan Peterson, che ha scritto un’era della nostra pallacanestro al pari di Gianni Corsolini. 

Dopo la virgola a referto dell’intervallo, a cercare e trovare il quasi impossibile è invece Trevon Allen, che nell’ultima frazione infila decisivi canestri dall’altissimo coefficiente di difficoltà. Che però non sono il frutto di un positivo allineamento degli astri nel suo segno zodiacale dopo la pausa, ma di un indefesso impegno in palestra: “Allen, anche se per noi non è da considerare un terminale, sta cercando di migliorarsi in ogni modo possibile”, afferma il suo coach alla fine del match, che vede il nativo americano chiudere con 18 punti e un efficace 4/7 nelle triple. Abbastanza per supplire alla non brillante serata delle guardie italiane (4 punti per Stefanelli, 3 per Bucarelli), che perdono decisamente il duello contro quelle di Udine a partire da quello con Alessandro Cappelletti, per noi Mvp assoluto dell’incontro con 22 punti, 5 assist e una cocciuta determinazione che fa rientrare Udine in partita dopo il 66-57 del 35° minuto. Con tripla manco a dirlo di Allen, che a dispetto delle parole del suo coach (giustamente impegnato a tutelarlo dalle eccessive responsabilità) potrebbe invece proprio diventare un terminale dell’Acqua San Bernardo quando la palla scotterà ancora di più.

Sotto i tabelloni, e sotto traccia, va anche registrata la positiva prova di Bayehe: 11 punti, ma anche solo 2 rimbalzi, ai quali supplisce la prestazione ad alta energia di Nikolic (10+6) in una serata in cui capitan Sergio è più marcatore che altro (9 punti, 1 rimbalzo) e Cusin mette insieme 2 punti, 2 rimbalzi e 2 assist in 12’, facendosi apprezzare soprattutto per il coinvolgimento con cui incita la squadra dalla panchina. Per quanto ci riguarda (e per quanto conta), disco verde al rinnovo del “Cuso”, però permangono le perplessità sulla consistenza del pacchetto dei lunghi brianzoli, che contro un’Udine priva tra l’altro di Antonutti sono andati sotto per 38-32 a rimbalzo così come nel fatturato. E il bilancio sarebbe potuto essere peggiore, magari anche in termini di risultato finale, se Walters (13 punti, 8 rimbalzi e un sacco di colpi subiti che gli valgono alla fine la difesa a spada tratta da parte di coach Boniciolli) non avesse avuto la brillante idea di farsi fischiare il 5° fallo a metà dell’ultima frazione per un gestaccio al pubblico tra un tiro libero e l’altro…

Nell’alternanza di “plus” e “minus” è comunque Cantù (8 vittorie, 1 sconfitta a Piacenza) a mantenere la testa dopo lo scontro tra “big”, mentre Udine scivola temporaneamente in un condiviso terzo posto: classifica da 9a giornata, di cui essere soddisfatti ma senza esaltarsi troppo, perché la strada è lunga e gli avversari (non solo i friulani) quanto mai determinati. E anche su questo siamo certi che Gianni Corsolini, la cui competenza era superata solo dall’educatissimo “understatement”, annuirebbe senza esitazioni. (Paolo Corio)