NBA - Joel Embiid e il fastidioso limite dei minuti: "Così non entro mai in ritmo"
Dopo aver giocato a intermittenza contro i Celtics, Joel Embiid è rimasto quasi completamente in panchina nella ripresa contro gli Hornets. Il suo minutaggio è attualmente limitato a 20 minuti a partita, e sabato sera coach Nick Nurse ha scelto di non utilizzarlo negli ultimi due quarti. I Philadelphia 76ers hanno comunque vinto, ma la decisione resta rischiosa. «Francamente, preferirei non avere alcuna restrizione», ha detto Embiid sorridendo a un giornalista. «Preferisco sequenze più lunghe. Se giochi solo due o tre minuti, fai due corse su e giù per il campo, non serve a nulla. Tanto vale restare a casa con la mia famiglia. Quando giochi più a lungo, entri nel ritmo della partita. L’unico problema è che potresti aver finito la tua serata già all’intervallo».
Nonostante abbia segnato 20 punti in 20 minuti senza forzare, Embiid ha ribadito che un tempo di gioco troppo frammentato non è adatto al suo fisico. «Non posso restare seduto troppo a lungo. Essere in forma è una cosa, ma essere in forma per giocare a basket è un’altra — e per questo bisogna giocare, tanto. Giocare sei minuti, poi sedersi per dieci, poi rientrare… non porta da nessuna parte». Pur dichiarando fiducia nello staff medico e tecnico, Embiid lascia intendere di aver chiesto più minuti: «Cerco di far valere la mia posizione ogni giorno. Se vogliono ascoltarmi, bene. Altrimenti, è una loro scelta».
Philadelphia vince anche senza Embiid? "Era ora!"
Un giornalista gli ha fatto notare che per la seconda partita consecutiva, i Sixers hanno vinto senza di lui in campo nel finale. Embiid ha risposto con ironia: «È da 12 anni che aspetto questo! Lo accetto volentieri. Bisogna continuare così. Quello che conta davvero sono le partite importanti e i playoff. Se giochiamo con questa energia anche quando non sono in campo, tanto meglio. Era ora!». Il caso Embiid apre una riflessione sul gestione del minutaggio delle superstar NBA e sull’equilibrio tra salute, ritmo di gioco e risultati di squadra. Con i playoff all’orizzonte, la questione è destinata a restare centrale.