Michael Jordan contro il load management: «Giochi a basket per due ore e mezza, tre al giorno...»
Michael Jordan è tornato sotto i riflettori della NBA, ma questa volta in una veste diversa: quella di commentatore e analista per NBC. Nel secondo episodio della serie "MJ: Insights to Excellence”, l’ex stella dei Chicago Bulls ha condiviso la sua opinione su una delle tendenze più discusse del basket moderno: quella dei giocatori che scelgono di saltare alcune partite per riposare. «Beh, non dovrebbe essere necessario, prima di tutto», ha dichiarato Jordan. «Sai, io non ho mai voluto saltare una partita perché ogni gara era un’opportunità per dimostrare qualcosa. Sentivo che i tifosi erano lì per vedermi giocare. Volevo impressionare quel tipo lassù in alto sugli spalti che probabilmente aveva lavorato sodo per permettersi un biglietto o mettere da parte i soldi per comprarlo».
Jordan, celebre per la sua instancabile dedizione, ha giocato tutte le 82 partite di stagione regolare in nove delle sue quindici stagioni NBA, un record che rispecchia la sua filosofia sul lavoro e la disciplina. «Giochi a basket per due ore e mezza, tre al giorno. Quello è il tuo lavoro, è per quello che vieni pagato come giocatore NBA», ha aggiunto. «E cosa fai nelle altre ventuno ore? Per me, è in quel tempo che dovresti prepararti per il giorno successivo, per la tua prossima sfida». Le sue parole risuonano come un richiamo ai valori di impegno e responsabilità che hanno definito la sua carrier,ma, e che, a suo dire, dovrebbero continuare a guidare anche le nuove generazioni di campioni.