LBA - Virtus, Daniel Hackett "A 36 anni stare in campo è sempre una gioia"

LBA - Virtus, Daniel Hackett "A 36 anni stare in campo è sempre una gioia"
© foto di SAVINO PAOLELLA

Daniel Hackett solo un anno fa arrivava dalla Russia in guerra ed esordiva con la maglia della Virtus Segafredo Bologna il 9 marzo 2022. Così nell'intervista di Piero Guerrini perTuttosport.

La vittoria a Mila­no. “Come ha detto coach Scariolo è una buona iniezione di fiducia per una buona prova su un cam­po ostico, ma rimane una partita con poco peso. Possiamo mante­nere il fattore campo nei playoff, ma non farei salti di gioia, resta stagione regolare e le gare che contano saranno più in là”.

Cosa vi è mancato in Eurolega. “La continuità ad alto livello. Sia­mo stati altalenanti, frenati an­che un po’ dagli infortuni. E for­se ci è mancata un po’ di capar­bietà nell’andare a prendere 2­3 vittorie, la differenza è poca tra i playoff e restare fuori.”

La Virtus merita la conferma in Eurolega. “Assolutamente sì, la presidenza e la società hanno fatto un lavo­ro di grandissima qualità per mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio e hanno offerto un prodotto importante, portato tante gente al palasport. Sono ottimi spunti per merita­re la wild card, anche se a livello politico non so come valuteran­no e non voglio entrarci. Ma la squadra ha lottato, ha reso ono­re al nome Virtus. Se c’è possibi­lità non vedo perché non debba­no offrirci la wild card”.

Il punto sulla carriera. “Basta guardarmi in faccia, Man­nion mi ha fatto il mazzo in alle­namento e sono pronto per an­dare a letto. Bando agli scherzi, vado per i 36: è stata una bella cavalcata, so di essere agli ulti­mi giri e quindi ogni opportuni­tà di vincere e migliorare, essere sul campo a sbattermi è una gio­ia. E la prendo con gratitudine. Ringrazio anche il fisico che mi permette di giocare tante parti­te al ritmo frenetico di Eurole­ga. Sono felice di dove sono e di come vanno le cose. Sinceramen­te non guardavo così lontano in carriera, ma se ora mi volgo in­dietro, il tempo è volato”.

Com’è il campionato italiano?

“L’ho ritrovato a un ottimo livello. Tanti giovani interessanti, la Na­zionale che sta avendo ottimi risultati: non è arrivata la medaglia ma è sotto gli occhi di tutti che c’è del buono su cui lavorare. E aver portato negli ultimi anni in A fuo­riclasse, fa bene al basket”.

Argomento Nazionale. Capitolo chiuso del tutto?

“Si è parlato spesso di Hackett in Nazionale e anche in modi un po’ particolari. Non ho voluto per tan­to tempo rilasciare dichiarazioni in merito, né voglio alzare polve­roni. Però l’ho detto tempo fa: ho preso il telefono e mi sono messo in contatto con il presidente Pe­trucci per cercare di trovare un accordo. Ho parlato con Pozzec­co, siamo in contatto e il presi­dente mi ha chiesto di aspettare, quando ci sarà un incontro. Da lì capiremo come muoverci, non vo­glio aggiungere parole di troppo. Cerco di rispettare il momento”.

Cosa chiede alla vita, da papà?

“Essere papà, crescere Victoria (6 anni) e Liam (3 a giugno) è un bel lavoro, tiene molto occupato e con molte responsibilità. Cerco di fare il meglio, un giorno alla volta. E di curare qualche lacu­na personale, di essere una per­sona migliore e anche un giocatore che lima le cose da somaro”.