LBA - Olimpia, Luis Scola: come non essere vecchi a 40 anni

LBA - Olimpia, Luis Scola: come non essere vecchi a 40 anni

L'intervista di Luis Scola comincia dai capelli, che una volta erano lunghi e avvolti in una fascetta per giocare: "Poi un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono accorto che i capelli erano diventati bianchi. Ho pensato: non posso essere questo vecchietto con i capelli lunghi. Così me li sono tagliati...". Per il Corriere della Sera Roberto De Ponti raccoglie le parole del quarantenne (il prossimo 30 aprile) campione argentino dell'Olimpia.

A Milano non si gioca con il numero 4, né il 44. Me l'hanno spiegato. Mi hanno detto che era il numero portasfortuna del presidente storico del club, Bogoncelli. Il 40? Ci ho pensato un attimo, poi sono stati i miei figli a suggerirmelo.

Come si fa a 40 anni. È semplice: non ci si pensa (all'età). Io non so per quanto potrò ancora giocare a pallacanestro, penso solo a lavorare duro giorno dopo giorno, in allenamento, sul campo. Vado avanti una partita per volta, un allenamento per volta, faticando sempre con la stessa intensità. Quando sarà il momento, smetterò.

Dieta particolare. Curo il mio corpo perché purtroppo non ho più 20 anni, dove tutto viene facile. E l'alimentazione conta.

Milano-Messina, una scelta facile. Per nulla. All'inizio gli avevo detto di no. Stavo in Cina, nemmeno l'avevo detto a mia moglie, pensavo non avesse voglia di cambiare ancora continente. Poi però quando gliel'ho detto, mi ha risposto: perché no? Così ho cominciato a prendere in considerazione l'ipotesi.

C'è da soffrire. La premessa è che non siamo tanto lontani da dove avremmo voluto essere a questo punto della stagione, nelle prime otto in Eurolega e tra le prime in campionato. Poi è chiaro che c'è ancora molto lavoro da fare: una squadra non nasce in un attimo, bisogna avere pazienza.

Generacion dorada. Aveva fame. Il Paese era in crisi economica e 200 giocatori sono partiti dall'Argentina per trovare una squadra. E se non eri bravo: via, ti tagliavano, avanti un altro. Abbiamo lottato per diventare quello che siamo stati.

Bianco senza velocità, senza potenza, senza salto. Forse il basket non è solo correre, schiacciare, saltare. Io sono la dimostrazione che è anche altro.