Lega A - Playoff: le ragioni del vantaggio di Venezia su Avellino

“Venezia sta dimostrando più energia di Avellino”. E’ questo il giudizio diffuso sulla serie di semifinale. Ciò ha un preciso riscontro in termini di cifre. Sono tre gli indicatori a supporto: il numero dei possessi offensivi e quindi dei tiri dal campo, i rimbalzi offensivi ed il differente contributo della panchina. Nelle tre sconfitte della serie di semifinale la Sidigas ha fatto registrare percentuali migliori al tiro (58,4% da due e 37,1% da tre contro il 55,9% ed il 36% dei veneziani) ma ha tirato molte meno volte (53 tiri dal campo in media contro i 69 della Reyer nelle tre sconfitte irpine) anche perché i rimbalzi offensivi sono stati a favore degli uomini di De Raffaele (6,8 di Avellino contro i 12 di media di Venezia che salgono a 13,7 nei tre successi veneti). L’omogeneità e la solidità differente dell’Umana è anche nel differente apporto della panchina che consente agli orogranata di giocare con i falli commessi (19,4 di media contro i 16,2 della Sidigas). Già dalla distribuzione del minutaggio c’è una palese differenza. Venezia ha ruotato sette giocatori nello starting five ed gli impieghi sono stati contenuti tutti entro i 30 minuti con soli due sforamenti in cinque partite. Sui 200 minuti a disposizione, De Raffaele ha riservato alla propria panchina un minutaggio compreso tra i 79 di gara 1 e gli 87 di gara 3, cioè oscillante tra il 39,5% ed il 43,5% del totale. Per Avellino quattro uomini fissi in quintetto con la sola staffetta Fesenko-Cusin: quest’ultimo in quintetto nelle prime due gare. Più spinto l’impiego dello starting five in casa Sidigas. Ragland sta viaggiando a 31,2 minuti di media nella serie, Logan a 28 minuti, Leunen a 27,6. Diverso l’impiego dalla panchina biancoverde tra le prime due gare e le ultime tre. Si è passato dai 78 minuti di media (39% del totale) delle prime due ai 60 di media (30%) delle ultime tre con il minimo casalingo di 52 minuti di gara 4. Tutto ciò si riverbera in un apporto differente delle due panchine. In termini di punti realizzati, la panchina della Reyer ha prodotto il 41,2% dei punti con un picco del 57% in gara 3. Ben diverso il discorso in casa Sidigas: solo il 28,3% del fatturato è stato totalizzato dalla panchina. Un dato ancora più negativo se lo limitiamo alle ultime tre uscite dove si è scesi al 16,5%. Prendendo in considerazione l’indicatore della valutazione la differenza tra i rendimenti della due panchine è ancora più evidente. I cambi di Venezia hanno portato il 50% della valutazione complessiva, valore che è salito al 58% nelle ultime tre partite della serie. Andamento differente per la panchina della Scandone. Nelle prime due gare, con Fesenko dalla panca ed un Randolph ancora accettabile, i cambi hanno fatto registrare il 51% della valutazione totale di squadra, valore che è precipitato al 18% nelle ultime tre uscite. Venendo al dettaglio dei singoli se da un lato Filloy è il sesto uomo di questa serie e si candida ad esserlo anche per l’eventuale finale, sulla panchina irpina il solo Green si confermando sui propri standard. La delusione più grande è quello di Levi Randolph. La guardia americana è completamente uscito dalla serie: solo due punti nelle ultime tre gare ed un plus-minus costantemente negativo nelle ultime quattro. Un salto in avanti solo per Zerini che potrebbe esser in odore di riconferma. Ci si aspettava il salto di qualità di Cusin che non è arrivato. Un dato su tutti: nei minuti in cui Fesenko è stato sul parquet, la Sidigas ha segnato 10 punti in più di Venezia.