Baskettopoli, prime condanne

La stretta economica costringe le federazioni a una revisione drastica di tutti i capitoli di spesa, ad agire con estrema oculatezza per collaborazioni, rimborsi e diarie della propria struttura. Essendo costretta, in tempi di crisi, ad entrare anche nelle pieghe di alcuni cosiddetti “casi speciali”. E’ quello, ad esempio, del designatore di Lega Basket, il napoletano Rino Colucci, ex fischietto illustre, che per questo ruolo da circa 3 stagioni percepisce dall’organismo delle società 60 mila euro annuali, cifre confermata (e forse ritoccata) per altre due stagioni. Ma contemporaneamente a questa consulenza col soggetto privato (Lega), Colucci svolge anche il ruolo di commissario speciale itinerante figurando nell’organigramma del Comitato Italiano Arbitri, voce di bilancio di soggetto pubblico (Federazione). Da qui una possibile incompatibilità fra il “doppio lavoro” nel mondo arbitrale rimarcata – corre voce - dal segretario della Fip dottor Bertea il quale avrebbe deciso di stralciare i rimborsi di Rino Colucci ritenendolo un casus belli, in quanto – questa la tesi - i rimborsi per le trasferte in veste di commissario speciale sarebbero di competenza della Lega di A. Il quesito infatti è: se viaggia per un doppio incarico, perché mai l’onere deve ricadere sulla Federazione per la quale sembra tesserato formalmente solo quale “arbitro benemerito”?
Quella di Colucci, di professione vigile urbano a Napoli, continua ad essere una vera anomalia da almeno 3 anni, e oggetto di una “querelle” più unica che rara - e ovviamente spinosa- in quanto la Lega soggetto privato gli ha attribuito il ruolo di superconsulente (al minimo costo…un ottimo affare controllare il “traffico” delle designazioni!). Se attraverso il designatore-plenipotenziario i club gestiscono le carriere degli arbitri e la regolarità del campionato, qualsiasi onere economico e di responsabilità giuridica (civile e penale) ricade invece alla Federazione soggetto pubblico. Una convenzione-contratto che non starebbe in piedi, a rigor di logica. Non era il caso, in un progetto di riforma nel post-commissariamento e l’elezione di Meneghin a presidente, di trasferire armi e bagagli la A arbitrale alla Lega, e trasformare l’arbitro in dipendente-lavoratore, con oneri e onori?. Siccome questa transition ha provocato solo uno stallo, tutto il basket chiede di rivedere il patto a due livelli e alla Fip di riprendere il controllo diretto delle designazioni di A. L’attuale sistema di fatto ha creato un professionismo “marron”,a volta discriminanti ad personam , finendo per alimentare carriere lautamente pagate, tanto che con 5-6 mila euro garantiti mensili alcuni arbitri di A hanno già fatto dell’arbitraggio il primo lavoro con cachet di 1000 e 1500 euro a gara in A e nell’Eurolega..
Il nostro movimento si è sempre distinto per creatività, da non confondere però con una dubbia originalità: in tutti gli altri sport professionistici si evita rigorosamente la sovrapposizione di due poteri, quello privato (Lega) non può controllare o creare discriminante dei giudici di gara, considerati “ufficiali pubblici” nelle carte del pm di Baskettopoli di Reggio Calabria .
Niente di personale, niente da ricollegare a episodi strani o sospetti inquietanti, ma oggettivamente il caso andrebbe risolto in fretta per garantire trasparenza,e spegnere le polemiche sugli arbitri all’ordine del giorno da quando è stato creato questo “assetto precario”, vedi il caso Seghetti-Recalcati l’episodio conclusivo delle Final Eight di Torino col presidente di Cantù a lamentarsi (vedi sito Legabasket).
L’”anomalia Colucci” si è presentata in tutta la sua evidenza anche nei verbali di Baskettopoli o Arbitropoli. Dove come designatore non doveva certo esserci (per l’intercettazione telefonica nella quale raccomandava ai capi del CIA un giovane arbitro, una possibile spintarella per un avanzamento di carriera significa “violazione del principio di lealtà e correttezza”), mentre risulta un “illustre estraneo” nell’organigramma del CIA contenuto nei verbali dal pm reggino. Cosa quanto mai strana trattandosi di un’indagine davvero scrupolosissima, durata ben 2 anni di intercettazioni, e conclusasi con 41 avvisi di garanzia per reati quali associazione mafiosa, abuso di di ufficio e frode sportiva. Da notare che il magistrato, dottoressa Maria Luisa Miranda, ha citato nel documento dell’accusa quale designatore, Felice Paronelli, il vice del superconluente di Lega.
E’ possibile che nella fase istruttoria sia stata fornita all’inquirente l’organigramma CIA senza menzionare la convenzione con la Lega col preciso ruolo di Colucci superconsulente designatore, notizia resa nota ufficialmente solo qualche settimana fa nel sito della Federazione. Come si giustifica questo ritardo di comunicazione per una Federazione che fa della comunicazione in cavallo di battaglia? La dimenticanza potrebbe essere, nel contesto del processo di Baskettopoli i iniziato a gennaio con le prime condanne per patteggiamento, un appiglio formale di non poco conto per gli argomenti della difesa e uno spunto per verificare quel “de relato” contenuto nei verbali riguardante diversi soggetti del mondo arbitrale della Serie A e dei quali si sono occupati i giornali durante le indagini della procura reggina.
Intanto per Baskettopoli sono scattate le prime condanne, in un’atmosfera di “silenzio stampa”, salvo rare eccezioni, ben lontano dai clamori del calcio per simili vicende e con la Fip low-profile: sembrava prassi scontata una nota dell’Ufficio Stampa e la pubblicazione sul sito per evidenziare i contorni del “malaffare” secondo l’accusa e definire le varie responsabilità dei tesserati, in alcuni casi prosciolti e quindi meritevoli di riabilitazione. Diversi imputati hanno scelto di patteggiare, con la sospensione della pena. C’è un unico prosciolto, Giuseppe Salmoiraghi di Castellanza. Ben 26 persone sono state rinviate a giudizio dovranno comparire il 12 luglio per rispondere di associazione per delinquere finalizzata a commettere abusi di ufficio e frode sportiva.
L’inchiesta della procura di Reggio Calabria era partita nel 2007 con una denuncia della Polizia Postale, e ha fatto emergere gravi responsabilità dei capi del CIA, commissari, arbitri e dirigenti di club.