Disciplina e istinto: le chiavi della continuità per la Virtus Bologna

Ogni vittoria è un sforzo in meno verso i playoff, ogni due punti conquistati sono motivo di serenità.
Si pensa questo in casa Virtus Bologna perché il calendario e gli avversari non fanno sconti.
Il nemico cercherà ora di spingerti sempre più forte, le trasferte saranno sempre più rumorose e faticose e il calendario non ti darà il tempo per riposarti, ricaricarti.
Devi seguire il ritmo ed è importante sposare la disciplina fin qui diramata da coach Aleksandar Djordjevic.
Una dottrina chiara soprattutto difensivamente laddove l‘uno contro uno è solo difensivo anche quando si subisce un blocco; dove tutti partono alla pari e se vi subiscono tiri o penetrazioni avversari tutti devono preoccuparsene.
Una cooperazione difensiva che appunto sta pagando i dividendi in termini di risultati.
Siami ammaliati dai colpi “solisti” di Teodosic contro Varese, ma sono frutto di un lavoro di squadra meticoloso che approfitta dell’estro del nativo di Valjevo colpire nei tempi e contro il difensore giusto, apparso in quel momento disperato e all’arrembaggio negli ultimi minuti di gara.
Perché la squadra di Caja ha più volte sperato in un crollo fisico della VNera ma non è stato così perché c’è un idea che va al di là dell’istinto.
Istinto che viene controllato, esaltato senza rovinare la chimica di squadra e soprattutto senza mettergli un freno.
La controparte italiana o europea ogni qual volta prova a prendersi quello che le concede la Segafredo (molte volte il tiro da fuori) non riesce a prendersi l’incontro o l’inerzia perché con il passare dei minuti l’impulso del cambiamento o della giocata sono la differenza statistica nella gara.
Una macchina perfetta oliata pronta alla seconda settimana fuori da Bologna contro avversari sulla carta migliori di quelli incontrati precedentemente, ma stavolta con un serbatoio pronto per ogni evenienza.