Italbasket agli Europei 2025: costruire l'abitudine a vincere

(di EDUARDO LUBRANO). Il giorno dopo aver guadagnato la finale per una medaglia europea, non un fatto usuale per la nostra pallacanestro maschile e tantomeno femminile, le riflessioni che vengono in mente sono tante. Anche leggendo i commenti di lettori ed altri siti - che ci hanno copiato in maniera clamoroso il concetto della non vittoria e della relativa foto - che giustamente analizzano i dettagli della semifinale vinta dal Belgio. E sono tutte analisi legittime: i tanti liberi sbagliati, una chiusura non così aggressiva sul tiro da tre dall' angolo del Belgio, la scelta della giocatrice cui fare fare l'ultimo tiro, mischiare le carte del quintetto un po' prima un po' prima. Si può discutere di tutto ma non dare la croce addosso all' una o all' altra giocatrice né allo staff tecnico.
Resta il fatto che il tiro per vincere lo abbiamo avuto noi, lo abbiamo costruito bene e se segnato non avrebbe dato scampo alle nostre avversarie. Sono quei dettagli dei quali parlava prima della partita Andrea Capobianco, il nostro allenatore.
Che si riassumono - secondo il nostro parere - in un concetto : abitudine a vincere. Che il Belgio ha - sappiamo tutti che non perde una partita agli Europei dal 2021, 13 vittorie di seguito. Abitudine a vincere che vuole dire proprio la capacità di curare i dettagli nei momenti decisivi e spesso concitati di una partita di tale livello.
Noi non abbiamo ancora questa abitudine ma la stiamo costruendo perché con la Turchia abbiamo vinto negli ultimi secondi. Nessuno è contento della non vittoria col Belgio in una semifinale del Campionato europeo ma ricordiamoci che nelle ultime tre edizioni abbiamo chiuso al nono posto.
Abbiamo una squadra matura, lucida ed intelligente al punto che saprà fare diventare la non vittoria col Belgio, la sua arma migliore. Vada come vada la finale per il bronzo con la Francia. Che ovviamente speriamo di fare nostra.
Quello che è necessario è - lo ripetiamo da tempo - è mettersi a lavorare sul movimento, farne crescere il livello in tutte le categorie anche nella critica, aumentare la base per fare sì che a questa generazione di ragazze di Bologna e Atene, ne seguano altre.
Questo Europeo può e deve essere un acceleratore delle riforme della pallacanestro femminile. Perché questo ne aumenterebbe il valore. Che è già altissimo.
Eduardo Lubrano