Boscia Tanjevic a “Canestro”: “Trieste più forte di Napoli. Oggi i campionati li vince chi ha più budget"

Boscia Tanjevic a “Canestro”: “Trieste più forte di Napoli. Oggi i campionati li vince chi ha più budget"

Bogdan “Boscia” Tanjevic, il mitico tecnico italo-montenegrino che ha diretto 4 nazionali diverse, è intervenuto in esclusiva a “Canestro”, il magazine settimanale sul basket campano in onda ogni giovedi alle 21,15 su Stile Tv, canale 78 in Campania. Il suo intervento è possibile recuperarlo alla sezione “format” del sito stiletv.it. L’ex tecnico della Juvecaserta, di stanza a Trieste e che ha diretto il club giuliano per 8 stagioni (1986-1994), si è espresso a proposito della sfida di sabato in campionato tra il Napoli Basketball e la Pallacanestro Trieste: “Trieste mi sembra che sia più forte anche per un discorso di budget superiore - ha detto -; i giuliani con una buona preseason in estate - superata Baskonia - hanno ampi margini di miglioramento. Trieste può utilizzare un giocatore come Ruzzier, anima locale, e grande risolutore. Lui è l’uomo capace di fare quello che noi chiamiamo “big basket” ovvero i canestri cruciali. Napoli? Mi piace molto l’idea di aver sottoscritto un contratto triennale con Alessandro Magro che si è presentato bene.

Oggi la differenza di valori tra team in campionato la creano inesorabilmente i budget, le capacità economiche dei club. Basta risalire a questo tipo di dati per sancire i livelli. Il basket è cambiato: una volta i divari si colmavano con il know how dei manager e dei coach; attualmente è più difficile lavorare per quest’aspetto perché i grandi giocatori frequentano i grandi club che sono quelli più facoltosi. Nell’atleta è ridotto l’aspetto emozionale, l’ambizione di diventare una bandiera. Da diversi anni i tecnici moderni sono orientati più verso l’attacco; io avevo un’ossessione per la difesa. Volevo che le mie squadre non subissero più di 15 punti a periodo”.

Boscia ha anche fatto un excursus della sua carriera: “Sono come Tom Buckanan, il personaggio del “Grande Gatsby”, che ebbe il suo culmine negli anni giovanili affrontando poi una lenta decadenza. La storia più bella dove l’ho scritta? Nel ‘79 a Sarajevo con il mio Bosna che vinse il campionato jugoslavo e la Coppa dei Campioni puntando su giocatori locali come successe qualche anno dopo a Caserta. Anche lì abbiamo scritto una favola lanciando tanti ragazzi che poi hanno vinto lo scudetto italiano diretti da Marcelletti, l’unico titolo ad oggi a sud di Roma. Io mi sento in parte casertano”.