LBA - Venezia, terremoto giudiziario: indagato il proprietario della Reyer Luigi Brugnaro
Un terremoto giudiziario dalle implicazioni al momento non quantificabili sta sconvolgendo la città di Venezia. Una indagine per corruzione ha portato all'arresto dell'assessore comunale alla mobilità Renato Boraso, ma quello che ci tocca come pallacanestro è il fatto che in un filone diverso di indagini sia stato messo sotto accusa il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che è anche proprietario delle squadre della Reyer Venezia e dell'Umana San Giobbe Chiusi, assieme a due funzionari del suo gabinetto, Morris Ceron e Derek Donadini, e complessivamente altre 15 persone, per una vicenda di corruzione, legata alla vendita di aree pubbliche e di palazzi comunali.
Il centro dell'indagine sarebbe la lottizzazione cosiddetta "dei Pili", l'area che si trova all'imboccatura del ponte che da Mestre arriva a Piazzale Roma, acquistata da Brugnaro quando non era ancora in politica, a soli 5 milioni perché si tratta di un'area semi abbandonata con un altissimo tasso di inquinamento dovuto alla vicinanza del polo petrolifero. Dove è evidente che i costi di bonifica andrebbero a incidere in maniera spropositata sui costi totali di una lottizzazione edilizia, anche come terminal turistico, per cui sono molti anni che è rimasta in queste condizioni di degrado.
Secondo la Procura di Venezia, questi quattro ettari e mezzo di terreni sarebbero finiti sotto il controllo di 'Porta di Venezia', società facente sempre capo a Brugnaro, ma con "gestore di fatto" il vice capo di gabinetto in Comune Derek Donadini. Alla sua ascesa a sindaco di Venezia, Brugnaro andò a costituire un blind trust di ispirazione newyorchese - fu utilizzato da Michael R. Bloomberg, sindaco di New York dal 2002 al 2013, per evitare conflitti di interesse tra il suo ruolo pubblico e i suoi interessi privati che, come è noto, negli Stati Uniti sono duramente colpiti dalla legge - ma che in realtà in Italia non impedisce a chi ne usufruisce di continuare a fare i fatti suoi come nulla accaduto.
E' proprio questo che verrebbe contestato a Brugnaro. Nell'ordinanza è scritto che Brugnaro, Ceron e Donadini "concordavano con Chiat Kwong Ching (un magnate di Singapore, ndr) il versamento di un prezzo di 150 milioni di euro in cambio della promessa di far approvare il raddoppio dell'edificabilità e l'adozione delle varianti urbanistiche necessarie per l'approvazione del progetto edilizio". Secondo quanto riferisce l'Ansa, Brugnaro sarebbe "esterrefatto: so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici". E sui Pili avrebbe precisato: "Quella è un'area già edificabile da prima della mia amministrazione".