Crollo Suns nel finale: Atlanta rimonta con 47 punti nel quarto periodo
Avvio confuso su entrambi i fronti: Phoenix spreca tanto (8/28 nel primo quarto, 1/12 da tre) e Atlanta, più fluida e paziente, ne approfitta per prendere il comando (25-21). Nonostante un lavoro feroce a rimbalzo — 10 offensivi già nel primo periodo — i Suns non convertono e restano in scia.
La panchina di Phoenix cambia l’inerzia: Collin Gillespie, Jordan Goodwin e Kris Dunn alzano l’energia, la circolazione migliora e Dillon Brooks accende la partita. Con un 21–7 per chiudere la prima metà, sono i Suns a rientrare negli spogliatoi avanti 58–57, pur con un 22/53 dal campo.
Dopo l’intervallo, Brooks continua lo show e Phoenix alza il volume: difesa più aggressiva, rotazioni pulite, mani disciplinate. Il risultato è un 15–0 a fine terzo quarto, 37 punti nella frazione e un margine solido di 95–77: i Suns sembrano aver blindato la gara.
L’onda arancione dura anche in apertura di quarto periodo, fino al +22: la panchina esulta, tutto funziona… poi qualcosa si incrina. Prima un buco difensivo, poi un tiro affrettato, quindi un rimbalzo concesso: in pochi possessi la dinamica si capovolge.
Zaccharie Risacher ruba due palloni in sequenza e innesca la transizione; Nickeil Alexander-Walker attacca ripetutamente il ferro, Onyeka Okongwu impone fisicità dentro l’area e Jalen Johnson prosegue il suo recital. Il vantaggio di Phoenix si scioglie: +12, +6, +4, con possessi precipitosi e identità smarrita. A 45 secondi dalla fine, Atlanta sorpassa 119–118 con Alexander-Walker. Subito dopo, fallo di Devin Booker e Jalen Johnson in lunetta: il challenge di Jordan Ott non ribalta la chiamata e gli Hawks chiudono dalla linea per il 124–122, quinta vittoria consecutiva.
Nota di serata: Risacher, fondamentale nella rimonta, esce per una brutta caduta dopo una schiacciata. Autore di 15 punti, resta a terra a lungo prima di lasciare il parquet; primo responso, una forte contusione alla coscia/anca.
Phoenix si autosabota nel finale: pur dominando a rimbalzo (47–34 con 16 offensivi) e con un terzo quarto da 37 punti, paga 17 palle perse, possessi forzati e disciplina difensiva assente nell’ultimo periodo. Una lezione dura su gestione e lucidità nel money-time.