Gherardini marcia indietro? La domenica degli altarini nella Legabasket

15.06.2025 20:30 di  Umberto De Santis   vedi letture
Gherardini marcia indietro? La domenica degli altarini nella Legabasket
© foto di Ciamillo

Il sonnolento basket italiano sta vivendo una domenica agitata a livello di serie A, un piccolo record per Michele Spiezia e il suo blog storiesport.it in cui stamani ha raccontato fatti e misfatti di questa iniziativa di cambiamento della guida di LBA da Gandini, in scadenza a fine mese e certo da parecchio della conferma per un altro triennio, conseguente all'appoggio dato a Petrucci per la rielezione a presidente FIP. Il racconto di Spiezia ha fatto precipitare i rapporti di forza, la "inciusosità" di certe relazioni, scoperchiati gli altarini, visti i bluff come al tavolo di poker. E costretto tutti a rivedere le posizioni anche perché domani pomeriggio ci sarebbe un'altra assemblea informale di Legabasket che di informale non avrà nulla: per il codice civile infatti una riunione con la presenza di tutti i soci è formale anche in video conferenza, senza una convocazione canonica antecedente di 15 giorni con raccomandata con ricevuta di ritorno, bla bla, bla bla e bla bla. 

Nel nostro piccolo abbiamo raccolto una confidenza da Trento, dove pare il CdA e il manager Nardelli avessero deciso di appoggiare Gandini nella votazione già fatta una prima volta, ma che il presidente Longhi nel segreto dell'urna non avrebbe confermato. Salvo poi dover spiegare per quale motivo l'Aquila fosse stata giornalisticamente inserita tra i dissidenti - ma intanto il sasso del dubbio nello stagno era stato lanciato. Prontamente raccolto da una campagna di stampa che invertiva il rapporto di forza tra Gandini e un candidato non formalizzato in Maurizio Gherardini, e venduto a Petrucci lunedì scorso come se un red carpet fosse ormai steso ad incoronare il manager del Fenerbahçe per acclamazione. E santificato dalla conferenza stampa di Stavropoulos di presentazione di Baiesi; "Se Maurizio Gherardini con la sua esperienza e la sua carriera, un curriculum che non devo spiegare io, mostra disponibilità credo che questa sia un’occasione importante.” Solo che, peccato, Gherardini non ha ancora battuto un colpo e il general manager dell'Olimpia, in quanto tale, non ha l'autorevolezza né le credenziali per per fare un annuncio così importante che spetta alla proprietà del club. La forma è sostanza, e della sovrapposizione con relativa confusione dei ruoli in casa Armani ne abbiamo abbastanza.

Tutta la confusione creata in questa giornata avrebbe spinto Gherardini a chiedere una spiegazione, convinto com'era e gli avevano assicurato che la presidenza LBA arrivava servita su un piatto d'argento. Avutola, avrebbe declinato la candidatura. Nulla è certo, la notte porta consiglio e forse anche una frenetica attività per proporre un terzo candidato. Non sarà facile trovarlo - per lo meno il manager ex Benetton un curriculum di grande prestigio ce l'ha - ma se lunedì pomeriggio Gandini non arrivasse a 11 ci si potrebbe lavorare. A questo punto anche il lettore meno attento tra quelli di pianetabasket vuole capire la schizofrenia che c'è dietro tutta questa vicenda. Perché a 15 giorni dalla scadenza di mandato di Gandini una società dovrebbe trovarsi a dover decidere se non confermare un presidente di cui sa tutto, modus operandi, obiettivi, successi raggiunti e preferirgli un nome, pur prestigioso, che verrà senza un programma, senza un obiettivo, senza dare una minima conoscenza delle proprie competenze in questo incarico preciso.

A noi personalmente è venuto un sospetto logico, non suffragato da prove concrete, che qualcuno lavori contro Gandini come successo a Bertomeu nel momento in cui avviò il processo del fair play finanziario (e che, guarda caso, vide Ettore Messina protagonista del licenziamento). Ne vediamo le conseguenze in EuroLeague in questo ultimo mercato appena cominciato: ingaggi stellari in concorrenza alla NBA e moltiplicazione delle gare a danno della salute dei giocatori, l'aumento della distanza fra i primi e gli ultimi budget delle squadre, dove le ultime arrivate devono pagare una tassa di iscrizione invece che investire in stipendi di atleti. E contemporaneamente tanta afflizione perché i ricavi non coprono i costi. Applicato alla LBA si tradurrebbe in riduzione del campionato da 16 a 14 squadre, aumento della quota giocatori stranieri a danno degli italiani, diminuzione dei ricavi e quindi dell'appeal con conseguente provincializzazione della pallacanestro. Votare un nome prestigioso e da curriculum per veder ridimensionare il basket tricolore: i presidenti della serie A devono stare attenti a quale futuro andranno incontro.