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- Mario Ghiacci "Come ho traghettato Trieste dall'Alma alla CSG"

Chi xe in tera giudiga, chi xe in mar nàvega.
05.02.2023 09:00 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA PB - Mario Ghiacci "Come ho traghettato Trieste dall'Alma alla CSG"
© foto di Pallacanestro Trieste

Per la seconda volta in tre anni la storia giovane, fresca e brillante della Pallacanestro Trieste 2004 stava prendendo una piega davvero brutta, con il rischio di un ridimensionamento totale e irreversibile. Certo, fortunatamente, non ci sarebbero stati gli ingredienti delle manette, delle perquisizioni, dello sbando improvviso che avevano caratterizzato il tramonto dell'impero Alma nella pallacanestro.

Gli avvenimenti si susseguono senza che nessuno sia in grado di controllarli e non si può che navigare a vista. Così nel febbraio 2022 a Mario Ghiacci, presidente del club giuliano, è ormai chiaro che la mega-sponsorizzazione dell'Allianz che si avviava a scadenza dopo appunto un triennio non sarebbe stata rinnovata. La barca traballa.

"Dopo aver tenuto testa al Covid e alle sue conseguenze, capisco che Allianz non si impegnerà di nuovo con noi, visto che si vuole orientare sulle Olimpiadi Milano-Cortina. Per capire il valore della sua sponsorizzazione devo ricordare che insieme a tutti gli altri sponsor ci ha aiutati a chiudere in pareggio gli ultimi tre bilanci, potendo così rimanere in serie A, una cosa per nulla scontata visti i risultati (e la fine) di altre società anche storiche".

Urge guardarsi intorno senza perdere tempo. La programmazione della stagione 2022-23 comincia ben prima dell'archiviazione della precedente, si deve fare senza contare sull'ingresso di nuove forze, con un occhio alla sostenibilità, ma anche alla appetibilità del progetto.

A quel punto ne parlo con Dario Santrolli e Marco Ridolfi e faccio loro presente questo problema. Mi dicono che potrebbero avere dei contatti che mi potrebbero dare un aiuto per superare la situazione. Effettivamente nel mese di giugno alle parole segue un interessamento da parte di un gruppo americano interessato a investire in una società sportiva in Europa.

Il lavoro alla fine dà un frutto interessante. La strada viene tracciata, il percorso è da costruire. Nel frattempo un riposizionamento della squadra è necessario, l'idea di metterla nelle mani di un vicecoach emergente come Legovich lascia molti perplessi, i rinforzi provenienti dall'A2 alimentano qualche dubbio, la batteria degli americani è composta da diversi esordienti, tutti da scoprire. La città di Trieste scopre quanto Mario Ghiacci li avesse viziati negli anni precedenti. Ma sono diversi i tavoli in cui muoversi contemporaneamente.

Richard De Meo, quello che oggi è il presidente, viene a luglio in vacanza in Italia e viene a trovarci a Trieste. Ci conosce e al suo rientro fa una buona, se non ottima, relazione agli altri soci del gruppo. Questa si traduce in una due diligence che dura all'incirca cinque/sei mesi e che si concretizza il 29 dicembre, con tutte le condizioni stabilite in sei mesi di trattativa. Tempi tecnici normali, secondo commercialisti e avvocati che hanno lavorato sul progetto.

L'atto di passaggio delle quote viene fatto a Milano il 18 gennaio, dovendo aspettare che il gruppo CSG Cotogna costituisca la sua succursale italiana, dando loro il 90% delle quote e andando a comporre il nuovo Consiglio di amministrazione a cinque, dove De Meo e altri due rappresentanti loro chiedono a me e ad Andrea Bochicchio, che è il rappresentante del Consorzio, di completare l'organico.

Nel frattempo, pronti e via alla stagione 2022-23. Quando mai è facile? Proviamo a smentire la legge di Murphy.

La Pallacanestro Trieste stava lottando su tre fronti: il campo, dove il calendario ci ha messo davanti un inizio difficile, l'allenatore e il capitano più giovani della serie A; la gestione dell'Allianz Dome dove si può immaginare quanto stiano pesando i rincari di acqua, gas e luce; questa trattativa per la nuova proprietà: sono stati sei mesi davvero complicati e intensi.

Oggi posso dire di essere molto fiero della squadra. Abbiamo dovuto fare dei cambiamenti concordati con vecchia e nuova proprietà, stanno calando i costi dell'energia, la due diligence è stata un successo. Tutto si sta incanalando nel modo giusto, io ho questo ruolo di general manager, con una struttura che ha lavorato molto bene di fronte a questo intenso periodo, stiamo per partire con il nuovo corso."

Il nuovo corso ha un nome, quello del gruppo CSG, una storia che nasce negli Stati Uniti per merito di sei professionisti, tutti studenti della prestigiosa Wharton School, che decidono di mettersi insieme in una nuova impresa. Chi sono lo ha raccontato al Washington Post uno di loro, Connor Balwin, prima atleta e ora Director of Player Development nella NFL in una intervista che alimenta la curiosità USA su simili iniziative.

Una sua frase è un manifesto: "Questo non è un acquisto e vendita. Questo è un acquisto per migliorare e migliorare." Balwin rende noto che CSG intende investire nella Pallacanestro Trieste cinque milioni di dollari (finalmente c'è un numero che delinea la portata dell'investimento, ndr) e che c'è un business su cui lavorare: "Vediamo il basket come il prossimo sport che porterà un sacco di investimenti perchè c'è molto valore da ottenere lì."

"Adesso non ci si deve attendere che l'anno prossimo combatteremo contro i budget di Milano, Bologna, Venezia e compagnia. Avremo un percorso di crescita graduale con l'obiettivo di giocare le coppe europee. Sappiamo bene che già in un campionato come quello di quest'anno possiamo andare ai playoff quanto retrocedere visto quanto è corta la classifica."

Così chiosa Mario Ghiacci, che ai voli pindarici preferisce sempre i talloni ben piantati in terra. Gli investitori non sono Pantalone e nemmeno quei bei mecenati di una volta. Anzi sono imprenditori che rischiano pubblicamente la faccia a casa loro dopo essersi presentati a tempo debito al pubblico dell'Allianz Dome. Nessuna illusione, la gestione della squadra dovrà diventare autosostenibile (un tema assai caro a questa testata, ndr).

La fonte principale di finanziamento della squadra sono gli sponsor. Purtroppo ci manca il main sponsor, ed è un problema su cui stiamo lavorando noi qui in Italia ma anche in America. Il pubblico? Ante Covid avevamo 4.600 abbonati, e facevo sold out due partite su tre. Il Covid ha raffreddato tutto e devo dire che all'inizio del 2022-23 abbiamo messo insieme 1.700 abbonamenti, che adesso sono diventati 2.000 grazie ai risultati bellissimi della squadra.

Non è matematica, non era scontato che avremmo avuto un ultimo mese con questo passo. Poi c'è la gestione del palazzo, e proprio ieri ero a parlare con il sindaco per prolungarne il contratto. E' un asset importante per il nostro futuro."

La prudenza nella gestione, l'entusiasmo sul campo per tenere sempre alta la bandiera di Trieste dove, ancora una volta, si sperimenta una strada che sarà il futuro delle società sportive.