Per il basket italiano la stagione europea è tutta un pianto

24.04.2023 08:18 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Coppa Italia 2023
Coppa Italia 2023
© foto di SAVINO PAOLELLA

Il calcio italiano brinda a un risultato storico per numero di società presenti ai vertici della stagione agonistica europea. Lo ricorda Il Sole 24 Ore: "Cinque club del massimo campionato sono approdati alle semifinali, fra Champions League, Europa League e Conference League. A queste squadre va aggiunto il Napoli, eliminato dal Milan ai quarti di Champions ma che si avvia a vincere il campionato."

Basketball. Lo stesso può fare la Spagna nella pallacanestro: Barcelona e Real Madrid con il fattore campo a favore in EuroLeague; derby in semifinale tra Gran Canaria e Joventut Badalona in EuroCup; Malaga ospita la Final Four di Champions League: l'Unicaja, con un sorteggio favorevole il prossimo 25 aprile, potrebbe scontrarsi in finale con l'altra spagnola Gran Canaria, che difende il titolo conquistato l'anno scorso.

Non ci resta che piangere. Il risultato del calcio italiano, che non è il campionato più ricco né quello più seguito, e nemmeno quello con il miglior contratto televisivo visto che la Premier League inglese assomiglia sempre di più al vampiro NBA pur con tutte le limitazioni che la governance ferrea della FIFA gli può consentire, è addirittura avvilente per la nostra pallacanestro, che archivia una stagione da piangere (eccetto la Final Four femminile del Famila Schio, si intende).

Olimpia Milano e Virtus Bologna non qualificate per i playoff di EuroLeague ma nemmeno mai veramente vicine a lottare per raggiungerli; Trento non pervenuta e la coppia Brescia-Venezia eliminate agli ottavi senza avere il fattore campo in EuroCup; Reggio Emilia e Sassari all'ultimo posto nei rispettivi gironi di regular season di Champions League; una Brindisi da dimenticare in FIBA Europe Cup dove la finale è stata tra una squadra polacca e una francese.

Condizionamento infortuni. Il denominatore comune per giustificare le mediocri prestazioni sono ovviamente i tanti infortuni patiti durante tutto il 2022-23. Ma è veramente così? Ci sono considerazioni da fare differenti tra le due squadre di EuroLeague e le altre, cominciando dalla differenza enorme di budget a disposizione.

EuroLeague. Anche se avessero patito tre assenze in ognuna delle 34 partite di regular season, due roster come Bologna e Milano da 18 giocatori a disposizione ne avevano sempre altri tre da mandare in panchina obbligatoriamente a ogni esibizione. E gli infortuni a catena sono avvenuti anche negli altri club continentali, tant'è che è la scusa più gettonata in giro e tutte le migliori hanno roster profondissimi per rispondere alla bisogna. Ci sarebbe da fare in riva al Reno come all'Olona un profondo mea culpa sulla campagna acquisti della scorsa estate: non tanto sui nomi quanto sul potenziale amalgama tecnico sottovalutato con gravi errori non risolti specialmente sotto canestro.

Le altre. Le squadre si iscrivono alle Coppe con un duplice scopo. Il primo poter attirare giocatori più interessanti che a parità di ingaggio scelgono le squadre che possono da rloro maggiore visibilità. Il secondo avere un maggior numero di gare da disputare per fare più incassi con lo stesso costo del roster. Magari se arrivare un bonus congruo da un contratto televisivo sarebbe ancora meglio, ma sembra che ad ECA e FIBA il dettaglio interessi poco, impegnate come sono ad offrire premi consistenti alle vincitrici. 

Risultati. Non sfuggirà ai seguaci della pallacanestro più attenti che queste formazioni partecipanti alle coppe europee abbiano in comune la cattiva partenza in campionato e le difficoltà a raggiungere rapidamente uno standard elevato. Eclatante in proposito il caso di Brescia, che è riuscita a risollevarsi per alzare con pieno merito il trofeo di Coppa Italia. Ma possiamo notare che, a parte la Virtus Bologna dell'EuroCup nel 2022 e in BCL nel 2019, dal 2002-03 non abbiamo un'altra finalista in queste due coppe, e che in FIBA EuropeCup gli anni belli tra il 2016 e il 2019 (due primi posti, due secondi, un quarto) sembrano definitivamente tramontati.

Senza soluzioni? Non a sproposito si dice che il primo problema è la mancanza di programmazione e di certezze finanziarie. I migliori club d'Europa schierano tanti giocatori americani che hanno cominciato la carriera europea in Italia, e che col tempo hanno acquisito status e stipendi non più alla portata dei nostri club. Per questo occorrerebbe un cambio di impostazione del budget delle squadre. Anticipare la raccolta materiale dei soldi occorrenti per la stagione successiva per essere in grado già a marzo di programmarla con una base certa di budget perché già in cassa sarebbe un buon obbligo per i club invece di rincorrere mancati pagamenti INPS, lodi al BAT, liberatorie farlocche, fornitori appesi a un pagherò per forzose quanto riluttanti capitalizzazioni che poi devono comprendere tutte le sanzioni possibili e immaginabili. I soldi sono gli stessi: solo che mettendoli prima si smascherano le promesse di chi si vuol fare visibilità personale con la pallacanestro e poi non le onora, si vincola a chiarezze che impediscano malversazioni tra soci durante l'anno, e dirigenti che bruciano in autunno gli incassi degli abbonamenti e poi fanno cucù al movimento.