LBA - Gandini lascia il mondo fuori dall'assemblea di Legabasket

Ci piacerebbe a tutti se Legabasket fosse quotata in Borsa. Almeno, come fa la Fiat o qualsiasi altra società che deve rendere conto al mercato degli investitori, all'atto della convocazione dell'Assemblea dei Soci farebbe conoscere gli argomenti dell'ordine del giorno. Un obbligo comunicativo che fa chiarezza e trasparenza.
Invece nelle stanze di Via Aldo Moro 64 Bologna, che probabilmente saranno di proprietà della So.ba.s.a Servizi (una classica partecipata della cui esistenza molti addetti ai lavori sono cascati dal pero per la sorpresa e che per l'uso di cui se ne fa abitualmente in Italia è foriera di cattivi pensieri), si continua a considerare il mercato dei suoi investitori (sponsor, tifosi, opinione pubblica, partner commerciali) come la mucca da mungere per farsi i fatti propri.
L'unica cosa certa che si sapeva dell'Assemblea di LBA di ieri era l'approvazione del bilancio 2019-20. Il 31 ottobre scadono i termini di legge per farlo, andando oltre i quali occorrono seri motivi per trascinarsi al febbraio successivo.
La stampa nazionale, forse imbeccata da qualche anonimo dirigente di club scontento - oltre che dal loquace Baraldi che forse sta imparando a sue spese che il mondo della pallacanestro si muove in maniera diametralmente opposta del calcio -, invece aveva dipinto il quadro di una riunione in cui si sarebbe discusso di blocco delle retrocessioni, di blocco della stagione in attesa di tempi migliori, di perdite collettive. Tutte fantasie.
Oltre l'approvazione del bilancio, infatti, c'è stata solo la presentazione di un petit cahier de doléances da inviare al governo per posta prioritaria come risarcimento per non aver potuto ospitare pubblico alle partite. Questo sottintende che le partite si devono giocare punto e basta.
Pensiamo che il presidente Gandini abbia fatto anche un consuntivo delle promesse e degli atti che il Governo ha fatto a favore dello sport professionistico come risarcimento del lockdown di primavera.
Abbiamo riportato qualche volta dichiarazioni di addetti ai lavori che ci hanno spiegato che con il passare dei mesi, con le rettifiche ministeriali, con i protocolli delle agenzie di tutte quelle promesse non sia arrivato praticamente nulla di concreto al movimento.
Movimento che, per inciso, in questo difficile 2020 ha pensato per opera dei suoi vertici a fare guerra al Governo (non è questa la sede per discutere se a torto o ragione), come ha fatto più velatamente il CONI che ha scatenato in questi giorni il Bach del CIO. Una musica stonata.
Vedremo se sarà una strategia vincente.
Adesso tutti si butteranno ad analizzare la mancanza di equità sportiva. Sorvoliamo sul fatto che, a suo tempo, abbiamo dimostrato che nella pallacanestro non esiste e non è mai esistita.
Quindi rimaniamo indifferenti sul fatto che c'è chi guadagnerà dalle partite rinviate per Covid-19 e chi perderà; chi si ritroverà con un calendario super ingolfato tra campionato e coppe e chi si ritroverà escluso dalla riscrittura dei format pur di avere un campione (come ha fatto la NBA).
Possiamo solo considerare che questa crisi, davvero pesante, sta diventando l'ennesima occasione perduta affinché la pallacanestro italiana possa fare una decisa rivoluzione per un futuro migliore. Sempre sperando di sbagliarci.