Italia - Il coraggio che nasce dal bisogno: istruzioni per il Preolimpico

19.06.2021 23:00 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Italia - Il coraggio che nasce dal bisogno: istruzioni per il Preolimpico

Diciamoci la verità: per la generazione degli italiani NBAers il Preolimpico che contava è stato quello costoso e sfortunato di Torino contro la Croazia. Questo di Belgrado ci vede arrivare con un trio - Belinelli, Datome, Gallinari - che a prescindere da problemi di infortuni non rimane in campo nelle rispettive squadre più di una ventina di minuti a partita a testa.

In qualsiasi squadra avrebbero oggi bisogno di lavorare a supporto di un quintetto composto da altri. Così si spiega la bellissima stagione del Gallo, che partecipa al coro guidato da Young e Bogdanovic con punte di altissimo livello negli Atlanta Hawks e gli auguriamo la soddisfazione di giocare una finale di Conference, sognando ben altro.

All'Olimpia nel finale di campionato contro la Virtus Datome si è notato specialmente quando non era in campo: anagrafe e borsite sono state due brutte bestie. Così nel campo avversario Belinelli si è fatto largo sfruttando gli spazi offerti da coach Djordjevic che della qualità e velocità delle continue rotazioni è sempre stato maestro.

Il sistema di lavoro delle Nazionali, ovviamente, impedisce al selezionatore di costruire una squadra come si farebbe in un club. Deve scegliere i migliori giocatori disponibili al momento anche fisicamente, amalgamarli con poche e semplici idee, mettere nella condizione di interagire uomini che durante l'anno sono rivali e che diventino come per magia altruisti uno verso l'altro, intuendo una chimica possibile.

Ancora una volta, leit-motiv ricorrente nella storia azzurra della pallacanestro, arriviamo agli appuntamenti importanti con il ruolo di underdog. La Serbia è lì per sbaglio ad attenderci a casa sua, può pescare in un serbatoio quasi infinito di giocatori e campioni.

Ma le partite iniziano sempre 0-0 e sul parquet si verificano le condizioni del momento e decisivo sarà l'approccio nella prima gara del programma con il Senegal e la sua batteria di lunghi specie se ci saranno quelli della NBA (Gorgui Dieng, Tacko Fall e Georges Niang).

Male che vada l'avventura di Belgrado non sarà il canto del cigno di una generazione che ci ha fatto sognare ma la nascita e la prima esperienza sul campo della nuova Italia con in testa gli Europei 2022. Anche se a settembre dovesse arrivare un nuovo Commissario tecnico.