L'Arcanthea Pallacanestro Lucca replica alle accuse di coach Antonio Tinti

«Sono sorpreso e meravigliato dalle dichiarazioni che l’allenatore di Mirandola ha rilasciato al termine dell’incontro. Non capisco che partita abbia visto». Il presidente dell’Arcanthea Ugo Vincenzini ieri sera era in tribuna al PalaCarife di Ferrara dove ha sofferto per 45 minuti per poi esplodere nella gioia e andare a ringraziare e a salutare la squadra nello spogliatoio. E quando ha letto l’intervista di coach Antonio Tinti a fine partita si è meravigliato leggendo le accuse di “poteri forti” che sono state mosse nei confronti della Pallacanestro Lucca.
«Io ho assistito a un bellissimo incontro, giocato con grande intensità da parte di entrambe le squadre e in cui la stessa Mirandola ha giocato momenti di buonissima pallacanestro. Dall’altra parte la mia squadra ha avuto il merito di non disunirsi mai e si può dire che alla fine abbia vinto chi ha dimostrato di essere più calmo e più forte con la testa. Le dichiarazioni che ho letto mi meravigliano davvero perché ci siamo sentiti oggetto di provocazioni per tutta la partita e i falli tecnici a Tinti, a Losi e a Sgobba, oltre all’antisportivo fischiato a Mancin e alle espulsioni di Piunti e ancora di Losi ne sono una dimostrazione evidente. Senza contare l’assoluta gratuità e pericolosità con la quale Losi ha spinto a terra Barsanti colpendolo con due mani a gioco fermo. Un atteggiamento provocatorio unito al vittimismo che proprio non ci appartiene e che non riesco neppure a capire. Il nostro allenatore, Roberto Russo, ha sempre pensato a gestire e a tutelare la squadra e in tutto l’incontro ha parlato appena quattro volte con gli arbitri. E Davide Parente è stato talmente tutelato che gli è stato pure sanzionato un fallo antisportivo inesistente. Per questo ritengo del tutto infondate le accuse che ci muove Antonio Tinti, che probabilmente è stato il primo a perdere la testa e che, nella sua posizione, prima di parlare dovrebbe riflettere attentamente.
Anche il patron Alfredo Susanna ieri sera era a Ferrara ed è rimasto amareggiato dal trattamento riservato alla squadra durante l’incontro e poi dalle dichiarazioni rilasciate a fine partita. «Ho investito molti soldi in questo sport perché pensavo fosse pulito e corretto. Invece purtroppo molte volte mi sembra di trovarmi allo stadio e le offese continue, oltre agli auguri di morte, che ieri il pubblico di casa ha riservato ai miei giocatori e al mio staff mi hanno colpito negativamente».