LBF A2 Nord: Aldo Corno, Giussano ed i canestri italiani "Un problema"

Corno ci spiega questa storia che i canestri sono il problema del basket italiano?
“E' un fatto sul quale insisto da sempre.Se lei va in una palestra o in un palazzetto in Svizzera, per non parlare in Francia, Spagna, Germania e via dicendo, noterà che intorno al campo ci sono sei, otto canestri che si possono utilizzare durante gli allenamenti. Da noi quanti impianti hanno questa possibilità? Nessuno, o forse pochissimi che si contano sulle dita di una mano. Un dettaglio? Me lo hanno detto intanto però quando fai allenamento specie con i più piccoli vedi file di dieci, dodici se non più ragazze e ragazzi che si annoiano in attesa del loro turno e soprattutto non possono fare esercizi individuali di tiro – quelle/i più grandi. Poi ci meravigliamo di come gli slavi facciano sempre canestro,. Perché anche da loro c’è un canestro dovunque, e se per tanti anni un ragazzo o una ragazza possono fare mille tiri al giorno sarà più facile o no?”
L’argomento è interessante perché chiama in causa tanto la carenza di impianti quanto il modo in cui sono fatti o saranno fatti se ne verranno di nuovi. Intanto però parliamo del Basket Foxes Giussano e della sua prima vittoria in A2
“Per essere una neopromossa con metà delle giocatrici che la A2 non l’hanno mai vista direi che siamo andate moto bene. Per come si è messa la partita con Carugate ho tenuto in campo le più esperte anche perché alcune delle più giovani non era pronta fisicamente ed ancora tatticamente. Mi riferisco al fatto che nel passaggio dalla B alla A2 il problema è il cambio di ruolo per molte giocatrici. L’anno scorso abbiamo vinto l’A2 con un centro che a stento arriva ad 1 metro ed 80 ma quest’anno non può giocare lì. Ed altre devono cambiare ruolo. Abbiamo fatto una squadra con tre playmaker perché io l’ho voluta così: in A2 è bello perché puoi giocare con due play che spingono il contropiede sui due lati del campo e questo mi piace”.
In campo domenica cosa ha visto che le è piaciuto particolarmente?
“Prima di tutto vorrei dire che mi sto divertendo molto. La società è molto seria: da oratorio si è data progressivamente una struttura sempre più adatta ai campionati che ha fatto e col nuovo presidente, Paolo Lavitola, ed il nuovo assetto societario questa strada sta continuando molto seriamente. E’una società di persone per bene, che lavora molto anche a livello sociale, con persone competenti che hanno figlie che giocano. La A2 è stata cercata e domenica la felicità di esserci anche in chi ha giocato meno o per niente è stata una delle cose che mi è piaciuta di più. Il nostro obiettivo è molto chiaro ed anche questo mi piace: salvarsi bene. Puntiamo al 9°posto e se per caso viene qualcosa in più vedremo di farci trovare pronte”.
A maggio l’Oratorio Femminile Giussano (OFG), nome originario, della società, ha cambiato volti, ampliato la struttura societaria e si è data un inquadramento consono alla serie A2. Il nome Foxes risale a qualche anno fa quando alcune giocatrici lo scelsero come soprannome ed è rimasto a comporre la titolazione del club, Basket Foxes Giussano. Ma soprattutto la ricorrenza più bella è che la promozione in A2 è arrivata 40 anni dopo la fondazione dell’OFG che è nata nel 1983.
Torniamo al campo coach Corno, ci racconta la vittoria con Carugate?
“Sono rimasto sorpreso dal modo in cui abbiamo affrontato i primi due quarti. Era quello che volevo certo, ma non credevo così perfettamente: corsa, tiri in equilibrio, efficienza nelle conclusioni, percentuali altissime, 50 punti (contro i 36 di Carugate, ndr). Poi nei secondi due quarti abbiamo avuto un calo direi fisiologico: corso di meno, la tensione per la prima in una categoria importante, il rientro delle avversarie, non bene. Però forti del vantaggio acquisito abbiamo portato a casa un risultato che è fin troppo banale dire che è importante (68-74,ndr)”.
Ci parla delle sue ragazze?
“C’è il gruppo delle esperte, quella diciamo Under 2000 nate prima del nuovo secolo: Manzotti, Diotti, Gatti, Meroni, Sorrentino, che la A2 e qualcosa di più l’hanno vista e sono quelle che devono portare avanti la squadra, mi fido molto di loro. La straniera è bravissima tanto che mi sono meravigliato che club importanti più di noi non la considerassero, Klaudia Niedzwiedzka. E’ arrivata che tirava solo da tre ma l’ho convinta che poteva fare anche altro e domenica lo ha fatto. Ma poi ci sono tutte le altre che sono giovani ma crescono bene e velocemente: Bonadeo farà strada così come Cecilia Colico che si integrano alla perfezione tecnicamente e fisicamente. E siamo tra il 2000 ed il 2001 così come Foschini e Germani che è del 2002. La squadra è completata, nel vero senso della parola, dalle Under : Lussignoli, Crippa ed Anna Colico, tutte in crescita e tutte pronte a giocarsi le loro carte”.
Cosa deve fare da subito questa squadra per fare un passo in avanti verso quel nono posto?
“Dobbiamo avere continuità nel corso della partita. Ancora abbiamo troppi alti e troppi bassi. Fare quattro quarti più simili tra di loro. E poi passi avanti enormi in difesa. Il che dall’altra parte vuol dire che ci sono ampi margini e di questo sono contento”.