LBA - Nicolò Melli a tutto tondo, dall'Europa all'America

LBA - Nicolò Melli a tutto tondo, dall'Europa all'America

Giocatore dei due Mondi, Nicolò Melli al secondo esordio con la maglia dell'Olimpia Milano nel campionato di serie A è stato intervistato dal Corriere della Sera. Domande e risposte intriganti e mai banali.

Rimanere in NBA. Non si è posto il problema. Ettore Messina mi ha chiamato, mi ha illustrato un progetto. Ho fatto qualche telefonata ad amici e colleghi. Ognuno di loro mi ha detto che Milano ha una delle migliori organizzazioni d'Europa.

E... Confermo tutto. Nulla da invidiare alla Nba in termini di strutture e professionalità. Con la sensazione che il nostro movimento nella sua interezza abbia ripreso a crescere.

Differenze. Il basket è uno sport di squadra, ma tra i professionisti americani assume un carattere più individuale, dove ognuno è concentrato su sé stesso e dove sono più importanti i singoli giocatori che l'insieme.

I coach? Alvin Gentry, al primo anno a New Orleans. Gli altri, a cominciare da Stan Van Gundy, lasciamo stare...

Cos'è mancato al nostro basket in questi anni? A un certo punto ci siamo dimenticati di puntare sui giocatori italiani, di farli crescere e aspettarli, senza prendere scorciatoie. Adesso mi sembra ci sia una inversione di tendenza, per fortuna.

Idoli di gioventù. Il compianto Mike Mitchell, che fece grande Reggio Emilia. E poi Gianluca Basile, con il quale ho anche avutola fortuna di giocare.

I coach nel progresso di crescita. Salvo i presenti, Andrea Trinchieri che in Germania al Bamberg mi ha fatto maturare. E poi Zeljiko Obradovic, che ho avuto al Fenerbahce. Un fenomeno di lucidità, e di sincerità nei rapporti con i giocatori. Salvo i presenti, La prego, lo scriva. Come è noto tra coach Messina e Trinchieri non c'è un grande amore reciproco...

Idee e politica. Ho le mie idee, ben precise. In determinati ambienti ne discuto, in altri non ne vale la pena. Ci si espone a critiche e attacchi inutili. I social? Sono favorevole al confronto, ma ormai online trovo solo insulti e offese. Infatti, blocco e banno a tutto spiano.

Da grande. Voglio giocare fino al 2028, per fare le Olimpiadi di Los Angeles. Mia madre Julie aveva vinto con gli Usa l'argento di pallavolo a Los Angeles 1984. Sarebbe un cerchio anche familiare che si chiude. Dopo, addio basket. Non rimarrò dentro questo ambiente,che pure amo. La vita è breve, e io ho tanta voglia di viverla facendo altre esperienze, conoscendo altri mondi.