LBF A1: Martina Kacerik, quando dici una Giocatrice di squadra

foto di copertina @Elio Castoria-LBF
Kacerik come si sente all’inizio di questa stagione?
“Finalmente mi sto prendendo un po' più cura del mio corpo e difatti non si sentivo così bene ed in forma da anni. C’entra anche la preparazione che abbiamo fatto in estate molto centrata sulla corsa e sul contropiede, diversa dal solito per me. Tutto contribuisce”.
Lei è alta 1,82 facendo una media tra le varie altezze che le attribuiscono, ed è descritta come un play, una guardia o un’ala piccola. Lei come si preferisce?
“Io sono quello che serve alla squadra. Mi è sempre piaciuto giocare playmaker ma devo dire che subire la pressione di quelle più piccole di me mi dà fastidio. Quindi tra le esterne gioco dove serve e se serve portare la palla lo faccio con piacere”.
Quando giocava al Geas lei aveva il 40 % da tre ora tira un po' meno. Che è successo?
“E’ successo che al Geas ero nella mia zona di confort perché giocavo con compagne che conoscevo da una vita e con le quali abbiamo vinto 6 scudetti giovanili. Oggi mi sto concentrando sull’essere più aggressiva in attacco ma non mi vedrete mai tirare se c’è una compagna più libera di me. Quando giochi con persone più forti di te in attacco, è naturale per me, passargli la palla. Non soffro affatto del fatto che segno poco, sono serena e soddisfatta della giocatrice che sono”.
foto @Maurizio Silla-La Molisana Magnolia Campobasso
Anche perché di difensori in giro come lei ce ne sono pochissimi ma c’è una che ad un certo punto le ha fatto pensare “Ma chi me lo fa fare a sbattermi così tanto segna sempre?”
“Robin Parks. In allenamento. Mal di testa. Ho fatto di tutto ed anche di più ma se lei sta bene è immarcabile. Perché tira, mette la palla a terra, si muove spalle a canestro. Insomma un incubo”.
Che fa quando non è in campo?
“Da piccola facevo tante cose, uscire soprattutto. Crescendo ho sviluppato un limite sociale oltre il quale mi fermo. Amo stare con le mie compagne di squadra ed uscire a bere una cosa o a mangiare. Ma adoro stare con me stessa a casa, mi piace star da sola. Mi prendo il mio tempo. Per esempio ho usato Netflix per tre quarti della sua programmazione e dico subito che la mia serie è “Pretty little lies”. Tempo per un fidanzato? Sì ci sarebbe ma per adesso nessuno mi ruba il cuore”.
Chi gioca a pallacanestro nella sua famiglia, cioè come è nata la passione?
“Mia sorella più grande che a 9 anni era già molto alta ha cominciato a giocare. Io e mio fratello gemello andavamo agli allenamenti e ci annoiavamo. Poi però abbiamo cominciato anche noi ed io non ho più smesso, mentre loro ad un certo punto si sono concentrati su altro, sulla medicina, lo studio. Io sono nata a Segrate ma abitiamo a Villasanta (Monza e Brianza,ndr) dove ho comprato una casa vicinissima a quella dei miei genitori”.
E’ sempre così allegra? Cosa le fa cambiare umore?
“Quando nella mia testa mi accorgo che certe cose che credo di dover fare in un certo modo ed invece non ci riesco allora mi chiudo. Però la fortuna di lavorare in un contesto di squadra è fondamentale perché sai che qualcuno condivide con te questo momento anche senza parlare. Le persone con le quali hai un rapporto di amicizia ti aiutano a venir fuori dai momenti brutti”.
Se dovesse dirmi una giocatrice a cui le piacerebbe somigliare?
“Chicca Macchi”.