A2 Verde - Urania Milano promossa a metà contro le big del torneo

Sabato sera, Palalido di Milano: un canestro in più, in realtà frutto di una realizzazione di Langston per il sorpasso e di un 1/2 dalla lunetta di Bossi, vale la vittoria dell’Urania contro Torino per 65-63 all’ultimo giro di lancetta. Mercoledì sera, Palalido di Milano: una sanguinosa palla persa di troppo, quella lasciata lì in palleggio sempre da Bossi sul 60-54 negli ultimi secondi del terzo quarto, permette a una confusa Tezenis Verona di non scivolare fuori dalla partita, ritrovando poi l’inerzia e condannando l’Urania a un 72-75 finale nel recupero della terza giornata del Campionato di A2 Verde.
Nell'arco di pochi giorni, e dopo la sconfitta per 95-93 in trasferta contro l’attrezzata Capo d’Orlando, i ragazzi di coach Villa hanno affrontato altre due big del loro girone risultando di fatto promossi a metà. Ma l’invito, in tempi che al di fuori del parquet non lasciano molto spazio all’ottimismo, è a vedere il bicchiere mezzo pieno: l’obiettivo dichiarato dell’Urania, proprio come nella scorsa e monca stagione a causa del Covid, è quello di conquistare una tranquilla salvezza. I risultati, a dispetto di una limitata profondità del roster (se siete appassionati del genere western, “I magnifici sette” rende l’idea, confidando in una futura crescita del volenteroso Pesenato), dicono invece che l’Urania può anche togliersi la soddisfazione di andare ai playoff. Perché?
Perché Langston è un lungo dalle grandi potenzialità difensive e, se cercato anche in transizione come contro Verona, offensivamente può trovare il ventello (23, per essere precisi) anche contro avversari di maggiore prestanza fisica. Perché Raivio continua a essere un marcatore (15 contro Torino, 18 con Verona) che non toglie il minimo spazio ai compagni. Perché Raspino, decisivo contro Torino (nella foto), è un vero sesto uomo di lusso per questo torneo. E perché in generale l’Urania non dipende solo dalle prestazioni dei due americani, ma – proprio come nella scorsa stagione – continua ad avere molto anche dal gruppo degli italiani, a partire da un Montano che sta sempre più associando un ruolo di assist-man a quello di “principe delle triple” affibbiatogli in quella presentazione pre-match che rimane un inno alla speranza di fronte agli spalti vuoti dell’Allianz Cloud Arena.
Tutto bene, quindi? Non proprio, perché il bicchiere rimane anche mezzo vuoto. Mezzo vuoto ogni volta che l’Urania esce mentalmente dalla partita, ancora peggio se per consentire agli avversari di rientrarci proprio come accaduto contro Verona. E mezzo vuoto ogni volta che Bossi decide di giocarsela da solo anziché far giocare i compagni: perché quell’1/9 dal campo contro Verona è frutto anche di questo atteggiamento e il playmaker dei Wildcats ha invece tutte le qualità per riuscire a far giocare comunque la squadra quando il canestro non gli è direttamente amico.
Come racconta la storia, che dal Palalido è transitata più volte nell’ormai secolo scorso, c’è poi un’altra caratteristica che fa diventare “grandi”: quella mentalità che ti fa andare a prendere punti in classifica anche dove è meno scontato. Come sul campo di Treviglio, per esempio, prossima prova di maturità per questa Urania. (Paolo Corio)