15 giugno: una data che uccide tante società di LBA
La FIBA ha già spostato Eurobasket e prossimamente potrebbe spostare la finestra delle Nazionali di novembre. Tutta quella fretta di far ripartire il basket giocato in Italia con lo scopo inconfessato di avere una Nazionale tirata a lucido per questo autunno non ha alcun senso. Anticipare al 1° agosto i ritiri dei club per la preparazione serve solo ad aumentare le spese, dopo aver predicato la loro riduzione per la sostenibilità del sistema.
Il 29 agosto i club di serie A dovrebbero andare a disputare una Supercoppa italiana senza pubblico, in ambiente e modalità nebulose ma con una certezza: aggravio dei costi. Già perché i dirigenti che in questi ultimi 25 anni si sono scelti non sono mai riusciti a procurare uno straccio di contratto televisivo decente che oggi possa sostenere il movimento quando il botteghino è malinconicamente chiuso.
Ad aggravare la situazione la scelta infelice della Federazione di portare la Nazionale su Skysport. Il canale a pagamento ha diminuito il numero degli spettatori, la visibilità dello sport lasciando spazi che altre discipline hanno coperto. Cui prodest? Quale dividendo ha pagato fino ad oggi? Zero.
Tra l'altro oggi Skysport è talmente impegnato a lottare per la sua sopravvivenza mediatica che risorse per la pallacanestro italiana non ne ha e anche le avesse, non si capisce a qual fine dovrebbe dedicarle al movimento.
Eurosport ha usato la serie A come banco di sperimentazione del player, che dovrebbe essere il sistema di fruizione televisivo del futuro. Ahimé, senza investire un euro in pre e post produzione. Il calcio si pubblicizza ventiquattrore su ventiquattro su ogni rete televisiva, ogni quotidiano, ogni settimanale, ogni spazio utile.
La pallacanestro invece si è affidata dal punto di vista pubblicitario, per il 90% a quei siti internet, come il nostro pianetabasket.com, che poi vengono lasciati fuori dagli eventi per non dispiacere la massa scroccona della carta stampata.
Passando agli aiuti economici indiretti per le società, si è fatto appello al Governo per ottenere defiscalizzazioni assortite, crediti d'imposta per gli sponsor, cancellazione di tasse federali. Visti gli enormi problemi che deve affrontare con la pandemia il presidente del consiglio Conte, è quasi impossibile che arrivino provvedimenti in tal senso prima del 15 giugno. Le società devono preparare un budget preventivo che contempli queste agevolazioni o no?
Che potrebbe fare una società che, per senso di responsabilità, il 15 giugno rinunciasse alla serie A salvo scoprire nell'arco di altri 15 giorni che invece avrebbe potuto partecipare?
Sul tema degli sponsor, la ripresa economica che lascia intravedere la fase del Rilancio sarà un percorso lento da scoprire passo passo. Molti settori avranno bisogno di tempo e non basta aver bisogno di pubblicizzarsi per ottenere sponsorizzazioni. E non è opportuno andare ora a presentarsi loro. Non poter attendere ragionevolmente oggi gli sponsor potrà voler dire nell'arco dei prossimi due mesi che una ritrovata capacità di investimenti sia dirottata verso altre discipline che non hanno questa fretta "sacra" di tornare in campo.
Inoltre, già domani 25 maggio il sistema escogitato dall'ultima assemblea LBA con l'approvazione FIP (preventiva, a parer nostro) corre già il rischio di un grosso intoppo. Se EuroLeague ed EuroCup decideranno di completare la stagione 2019-20, Milano, Bologna e Venezia arriveranno con oltre due mesi di basket giocato a uno stop di un mese prima di riprendere con la Supercoppa. Quella situazione che a febbraio fece gridare a un mezzo scandalo quando rinvii e Coppa Italia fermarono l'attività di Varese.
Quali conseguenze avrà la rinegoziazione dei contratti dei giocatori per poter scendere in campo fino a luglio inoltrato? LBA potrà aprire il mercato dei trasferimenti e il tesseramento dei giocatori? Con quali limitazioni?
Ad oggi sono ancora incerti quali saranno i parametri minimi per iscriversi al campionato. Tanto che sono molti quelli che sperano di salire in virtù della capacità di riproporsi con il budget della serie A2. Il modello indiretto delle decisioni di questa Legabasket spinge ad una ulteriore compressione verso il basso. Verso una situazione come il campionato greco e quelle due società che fino a poco tempo fa l'utilizzavano come palestra d'allenamento nel fine settimana salvo poi giocarsela in cinque o sette sfide dirette.
Sei società in meno nella prossima stagione, come si paventa nell'ipotesi più nefasta, significa perdita di pubblico nei palazzetti nell'ordine del 30-40%. Giustifica la mancata crescita dei diritti televisivi, marginalizza l'interesse degli sportivi. Se il modello provincia ha fatto grande la pallacanestro italiana, se arrivati ad un certo successo ne è diventato un freno, questo ritorno al modello anni 50/60 ci riporterà indietro.
Perché i vivai in cui sono cresciuti i vari Meneghin, Zanatta, Marzorati, Brunamonti, e chi più ne ha più ne metta, non esistono più. E l'annoso problema della formazione competitiva dei giovani non è mai stato affrontato nè risolto checchè ne dicano gli albi d'oro delle competizioni giovanili FIBA.