Holmgren e Shai travolgono Philadelphia: i Thunder cambiano marcia nel terzo quarto

Dopo il doppio passo falso contro San Antonio, Oklahoma City sceglie la maniera più netta per ricordare a tutti perché guarda il resto della NBA dall’alto
29.12.2025 00:55 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
Holmgren e Shai travolgono Philadelphia: i Thunder cambiano marcia nel terzo quarto
© foto di nba.com

L’avvio è di quelli che raccontano subito la qualità offensiva di questa versione dei Thunder: nove canestri consecutivi per aprire la partita, ritmo alto e spaziature perfette per esaltare la coppia Gilgeous-Alexander – Holmgren. Il lungo fa praticamente quello che vuole, chiuderà con 29 punti e 9 rimbalzi tirando 12/17 e mettendo dentro anche due triple su quattro tentativi, mentre Shai è chirurgico come al solito: 10/13 dal campo, 7/9 ai liberi, 27 punti conditi da cinque assist e due recuperi prima di sedersi in panchina per tutto il quarto periodo. Dall’altra parte, in assenza di Joel Embiid fermato da un problema alla caviglia, è Tyrese Maxey a prendersi sulle spalle l’attacco di Philadelphia: 28 punti e un primo tempo da autentico trascinatore, con 23 punti prima dell’intervallo e la tripla del 61-59 che, a meno di due minuti dalla pausa lunga, illude brevemente i Sixers di poter sovvertire i pronostici.

L’illusione dura poco, perché Oklahoma City non si scompone e rientra negli spogliatoi avanti 64-62 grazie al classico jumper dalla media di Gilgeous-Alexander nel finale di secondo quarto. Il vero strappo arriva però dopo la pausa: i Thunder alzano una marcia in difesa, iniziano a sporcare sistematicamente le linee di passaggio e trasformano le 23 palle perse complessive dei Sixers in 31 punti, una condanna per qualsiasi squadra e un peso insostenibile per una Philadelphia priva del proprio riferimento principale nel pitturato. Il terzo quarto si chiude con un 38-24 che vale il 102-86 e di fatto decide la gara, con Shai che ne mette 11 nella frazione prima di accomodarsi in panchina e lasciare ai compagni il compito di gestire un vantaggio ormai in doppia cifra stabile. Jalen Williams aggiunge 14 punti e sei assist, confermando la sua crescita come creatore di gioco complementare, mentre il cast di supporto continua a muovere bene la palla fino al 57% complessivo al tiro di squadra (50/87), cifra da squadra che sa esattamente cosa vuole ottenere da ogni possesso.

Per i Sixers resta la sensazione di aver tenuto botta finché le energie e la lucidità lo hanno permesso, sospinti anche dalla prova orgogliosa dell’ex di serata Paul George, accolto con un’ovazione da un pubblico che non ha dimenticato il ruolo della sua cessione del 2019 nel costruire l’attuale versione dei Thunder: da quella trade, infatti, sono arrivati proprio Gilgeous-Alexander e, via draft, Jalen Williams, i due volti della squadra che oggi guida la NBA con un eloquente 27-5. George chiude con 12 punti, Quentin Grimes ne aggiunge 13, ma il 6-12 complessivo in trasferta e il peso delle palle perse restano un tema aperto per una Philadelphia che senza Embiid fatica a trovare continuità. Oklahoma City, invece, esce dalla mini-crisi contro San Antonio con la risposta che ogni capolista vuole dare: partita controllata, strappo nel momento giusto, punti pesanti in classifica e la sensazione crescente che, con un Holmgren così dentro la partita su entrambi i lati del campo, il soffitto di questa squadra sia ancora tutto da esplorare.

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