Cleveland accelera e piega i Clippers: Mitchell spegne la rimonta, Zubac monumentale
Buone notizie per i Clippers: Kawhi Leonard è tornato in campo a Cleveland, e le prime battute sono anche di marca Los Angeles, pur senza brillare. Il problema è James Harden: reduce dai 55 punti della gara precedente, stavolta fatica a leggere il ritmo imposto dai Cavaliers, che accelerano dove i californiani soffrono e chiudono avanti 27-24. Cleveland costruisce margine con transizioni e alzate per il lungo Mobley, mentre i Clippers non trovano respiro nelle mezze court set. Alla pausa è 59-52, con Leonard solido nel secondo quarto: il suo rientro, dopo dieci gare saltate per la caviglia destra, tiene viva LA.
L’avvio di terzo periodo è di Cleveland: 10-0 che sembra spezzare l’equilibrio. La risposta degli uomini di Tyronn Lue ha un solo nome, Ivica Zubac: il centro domina vicino al ferro, catalizza possessi e firma l’11-0 che riporta i Clippers a contatto, fino al -1. È il momento in cui la partita potrebbe girare, ma Donovan Mitchell taglia la corrente alla rimonta: due canestri consecutivi e inerzia di nuovo ai Cavs. Fine terzo quarto: 92-79, divario che fotografa l’incapacità di LA di capitalizzare il momento favorevole.
Nel quarto periodo, Mitchell gestisce e innesca più volte Evan Mobley in alley-oop: l’esecuzione di Cleveland resta pulita, il vantaggio si stabilizza e il 120-105 finale è la logica conseguenza del controllo del ritmo. Il turning point è chiaro: dopo 35 minuti i Clippers erano tornati a -1 (77-76), ma senza una produzione corale oltre alla fiammata di Zubac, la spinta si esaurisce. Harden non trova il tiro da tre (0/8), la second unit non incide, e i Cavs chiudono la pratica con disciplina e verticalità.
Segnali dal box score: Zubac è monumentale con 33 punti e 18 rimbalzi, premiando sforzi e presenza nel pitturato. Leonard, al rientro, chiude con 20 punti (6/13) e 3 recuperi: ritmo da ritrovare, ma impatto positivo. Mitchell firma la partita con 37 punti e +26 di plus/minus, vero detonatore dei break decisivi. Los Angeles resta piatta emotivamente: quando Cleveland decide di aumentare i giri, non arriva contro-mossa. È qui che si consuma la differenza tra una squadra che accelera e una che subisce.