Gherardini sulla nascita e la sfida di LBA Tv, il ritorno della Serie A su Sky

07.08.2025 13:50 di  Iacopo De Santis   vedi letture
Gherardini sulla nascita e la sfida di LBA Tv, il ritorno della Serie A su Sky

Intervistato da Stefano Gianuario su "Sport e Finanza", il Presidente designato della Lega Basket Serie A, Maurizio Gherardini, ha raccontato la sua lunga carriera da dirigente di club in Italia, Europa e NBA, soffermandosi anche sul nuovo incarico nella LBA.

Domanda. Partiamo dalla stretta attualità. È notizia fresca la nascita di LBATV, la prima piattaforma di streaming del nostro basket. Non è eccessivo parlare di rivoluzione mediatica. Qual è il suo punto di vista? "È stata una decisione unanime da parte dei club e questo dato è decisamente confortante. Nel senso che il quadro è stato studiato a lungo e si è deciso tutti insieme che era il cammino corretto da percorrere. Mi preme poi sottolineare che siamo i primi, a livello delle principali leghe europee, ad aver intrapreso un percorso del genere, siamo in anticipo rispetto a tutti, forse siamo anche un po’ una cavia ma siamo convinti che i tempi siano maturi. Il mercato dei diritti tv ha preso un trend ben noto e dobbiamo cercare di percorrere nuove strade per avere un modello di business diverso, che generi ricavi maggiori per garantire maggiore sostenibilità. Certo, non abbiamo tutte le risposte ma la direzione è chiara".

D. La partita dei diritti tv ha cambiato radicalmente passo nelle ultime stagioni, come ha confermato. Ma il basket italiano, oltre alla grande novità di LBATV, sarà su Sky e in streaming su NOW allargando la platea potenziale di appassionati. Un risultato non da poco, raggiunto anche grazie al lungo lavoro del suo predecessore, Umberto Gandini. "Gandini ha fatto il grosso del lavoro, e l’ha fatto nel migliore dei modi, anche grazie alle sue importanti esperienze passate tra calcio e diritti. Io sono arrivato nel periodo finale di negoziazioni e decisioni e devo dire che ci siamo trovati pienamente d’accordo: entrambi eravamo dell’idea che ci fosse la necessità di provare una strada diversa. Adesso arriva il bello: dobbiamo aumentare la fidelizzazione del pubblico esistente e dobbiamo allargare questa nostra base. Gandini, oltre all’accordo con Deltatre ha sretto un triennale con Sky che io ritengo sempre più la televisione del basket, in grado di fornire prodotto super. Avere Sky come alleato, anche nella nostra decisione della LBATV, è importante. Ora, come ho detto, arriva il bello".

D. Ricostruiamo ora un po’ di storia. La sua elezione alla presidenza della Lega Basket Serie A coincide con il suo ritorno in Italia; una sorta di cerchio ideale che va dunque a chiudersi. Che ricordi ha dei suoi primi anni nel basket italiano, tra la Libertas Forlì e la Benetton Treviso? "Di anni ne son passati e tanti. Devo dire che ho avuto la fortuna di avere una sorta di scuola di vita completa nella Libertas Forlì. In quella squadra ho giocato e ne son diventato general manager. In mezzo ho affrontato tutti gli step, da allenare i ragazzini, a vendere i biglietti. Insomma, una gavetta importante che mi ha dato le basi solide per continuare a crescere. Così, quando è arrivata la chiamata di Treviso ho saputo reggere al cambio di direzione, reggere le responsabilità e la pressione. Un conto è il doppio lavoro (a Forlì era anche impiegato di banca N.d.R.), un conto è buttarsi completamente nell’esperienza del basket in una realtà unica in Europa in quel tempo. Perché all’epoca nessun altro aveva quei mezzi, non tanto come budget ma come possibilità di organizzare un percorso, creare eventi e fare scouting internazionale. Quei 14 anni a Treviso sono stati un qualcosa di unico, anche per la possibilità di lavorare con allenatori e giocatori unici, grandi nomi che hanno fatto il basket in Europa.

D. Come ha trovato il basket italiano dopo tanti anni di distanza; cosa l’ha stupita in positivo e cosa invece l’ha convinta meno? "Ho finito in Turchia (al Fenerbahçe, con tanto di vittoria dell’Eurolega N.d.R.) a giugno, quindi sono arrivato veramente da poco. Chiaramente ho sempre seguito il nostro campionato e, visto da fuori, dal mio personale osservatorio, la cosa che mi ha stupito in positivo quest’anno è stato il maggior equilibrio. Non c’è più il solito duopolio (Milano – Bologna) ma c’è più imprevedibilità e la vitalità è un grande plus per la Lega. Se devo considerare un aspetto che mi convince meno è che le strutture, intese come società, sono molto diverse, con parametri troppo diversi. Per intenderci, se il budget è 100 non puoi dare 100 al roster. Devi compenetrare, pensando ai social, al marketing, al commerciale…".