Mariella Santucci: sorriso, leadership e un grande amore per la Maglia Azzurra

Mariella Santucci: sorriso, leadership e un grande amore per la Maglia Azzurra

Il sorriso. Quello non mancherà mai sul volto di Mariella Santucci.
La leadership naturale, quella che ti porta a prendere decisioni giuste nei momenti più delicati, neanche.
All'esordio in Serie A1, a 23 anni, sabato sera Mariella ha segnato il canestro decisivo per la Passalacqua Ragusa, condannando Empoli alla sconfitta. La partenza in palleggio, la penetrazione, l'appoggio sul tabellone assorbendo il contatto.

Sorrisi diffusi e leadership di qualità, attributi da vendere a fare da contraltare a un fisico minuto, come Titti di Gatto Silvestro che prende a ripetizione colpi tremendi ma si rimette sempre in piedi come se nulla fosse aggiustandosi la treccia.

Mariella è nata a Bologna ed è cresciuta in una famiglia devota alla pallacanestro. Giocava papà Marco, giocavano le sorelle maggiori Marianna e Martina, gioca lei. Prima a Castel San Pietro e poi per quattro anni in un college statunitense: qualche mese fa ha salutato Toledo University con la stagione da Senior da 1000 punti, 600 assist, 500 rimbalzi e 200 recuperi. Mai nessuna come lei nella storia delle Rockets.

Alla Nazionale la lega un filo sottile e che resiste dal 27 luglio 2011. Quello il giorno dell'esordio contro la Francia a Quartu Sant'Elena, quattordicenne, con l'Under 15 che preparava il Trofeo dell'Amicizia.

Nello scorso decennio che ci ha visto vincere medaglie su medaglie a livello Giovanile, Mariella ha chiuso la sua esperienza sfiorando il podio: due quarti posti con l'Under 16 nel 2013 e con l'Under 18 nel 2015, oltre al Mondiale Under 17 nel 2014. Un anno fa, proprio in questi giorni, il Mondiale Under 23 3x3 giocato in Cina insieme a Olbis Andrè, Elisa Policari e Valeria Trucco, ora sua compagna a Ragusa.

Mariella raggiunse Lanzhou direttamente da Detroit dopo 15 ore di volo, il resto della squadra decollò da Fiumicino e rimase intrappolata a Shanghai per colpa di un monsone. Con un giorno di ritardo, fu proprio lei ad accogliere le Azzurre fuori dall'albergo. Come? Con un sorriso smagliante e tanta energia, gli antidoti più efficaci per combattere jet-lag e avversità. Per la cronaca, da quel Mondiale uscimmo dopo le prime due partite del girone perse di 1 punto eppure ancora oggi Mariella ricorda quell'esperienza come una delle più divertenti e formative della sua carriera.

Ora Mariella è tornata in Italia e sulla prima giornata di campionato ha già messo la sua impronta. Di strada da fare ne ha ancora tanta, è lei la prima a saperlo. Così come sa che ad aiutarla a superare le difficoltà sarà sempre la sua energia contagiosa.

Sorriso e leadership, chiamatela Mariella "Titti" Santucci.