Il buongiorno azzurro di Trento e il primo “stint” della Trentino Basket Cup 2025

È dal 2009 che Trento tende ad essere il punto di partenza dell’estate azzurra. Il luogo delle prime amichevoli, dove testare assetti e gerarchie col piacere di ritrovarsi verso un obiettivo, un sogno. Trento porta bene, dal momento che di 27 partite giocate ne abbiamo persa soltanto una, e di un punto (contro la Germania) dieci anni fa. Essendo l’ormai tradizionale sede delle nostre prime uscite estive, in preparazione a un percorso che si spera sempre sia ricco di grandi soddisfazioni, ogni indicazione va sempre presa con le pinze, perché da verificare nei successivi esami preparatori.
Andando con il pensiero alle altre edizioni della Trentino Basket Cup, però, è difficile immaginare un “buongiorno” più brillante di quello che abbiamo vissuto nell’ultimo fine settimana. Una squadra lontana, per diverse ragioni, dalla sua versione “finita” ha messo in scena due ottime prestazioni diverse tra loro contro due avversarie che non potevano essere più differenti e che, sebbene di livello inferiore al nostro, rappresentavano comunque delle insidie. L’Islanda la conosciamo bene, l’abbiamo affrontata tante volte negli ultimi anni – la ritroveremo pure sulla strada per il prossimo Mondiale, a partire dal 27 novembre – e rappresentava un fresco ricordo tutt’altro che piacevole come la sconfitta ininfluente di novembre 2024 a Reggio Emilia. Il Senegal non lo incrociavamo da sei anni (amichevole a Verona in preparazione al Mondiale cinese) ma portava con sé diversi interrogativi per la condizione tendenzialmente migliore – l’esordio ad Afrobasket è previsto martedì 12 – e le buone impressioni destate nell’altra Semifinale trentina contro la Polonia. Le due larghe vittorie azzurre (50 i punti di scarto complessivi in due partite) sono arrivate al termine di sfide approcciate innanzitutto con decisione sin dalla palla a due, massima concentrazione e tanta energia spesa sul parquet dell’arena trentina.
Tutto parte dalla difesa, e soprattutto il lavoro sulle linee di passaggio degli azzurri è stato eccellente. Nell’era Pozzecco abbiamo più volte visto l’elevato potenziale difensivo di questa squadra, ma l’impressione è che i nuovi innesti (e la maturazione di alcuni elementi che fanno parte già da anni del gruppo azzurro) abbiano fatto crescere il livello – reale e potenziale – della squadra da questo punto di vista. Confermata la capacità di cambiare con profitto sugli accoppiamenti difensivi e di non soffrire le differenze tra le transizioni e le situazioni a difesa schierata, il maggiore atletismo e una fisicità diffusa su tutti i ruoli (anche sotto canestro con la netta crescita di Momo Diouf, meritatamente MVP della Trentino Basket Cup) dovrebbe tornarci molto utile soprattutto a Limassol, date le caratteristiche delle squadre che andremo ad affrontare nel girone cipriota di EuroBasket 2025. “Siamo una squadra che lavora bene in difesa”, ha detto in particolare il centro della Virtus al termine di Italia-Senegal
Importante, perché particolarmente indicativa trattandosi delle prime uscite estive, anche la capacità di leggere i diversi momenti della partita. L’inizio aggressivo contro gli islandesi, squadra che con elementi non troppo diversi da quelli avuti a Trento nel roster abbiamo decisamente sofferto lo scorso autunno, non porta soltanto la firma di un Simone Fontecchio già incisivo nonostante i pochi giorni di allenamento con la squadra (tanto che contro il Senegal il giocatore degli Heat, come anche Spissu e capitan Melli, non ha giocato per riposo precauzionale), ma anche di elementi come Pajola, Spagnolo e Saliou Niang. Nella “sua” Trento, dove è stato protagonista della splendida stagione della Dolomiti Energia valsa anche la conquista delle Final Eight di Coppa Italia, il neo virtussino ha confermato la bella condizione già ammirata in maglia Cleveland Cavaliers nella Summer League NBA. “È stata un’estate intensa, ho molta più fiducia in campo”, ha detto Sal dopo Italia-Islanda, chiusa con i primi 17 punti in carriera a referto con la Nazionale maggiore. “Sono contento di come è andata davanti al mio vecchio pubblico, è stato bello. Ci stiamo aiutando a vicenda soprattutto in difesa, passandoci la palla”.
Per Niang, come per Diouf, la partita contro il Senegal è stata anche decisamente particolare. Entrambi nativi di Dakar, hanno vissuto un “derby” a livello personale in cui hanno confermato le belle indicazioni di 24 ore prima con l’Islanda. “Ero contentissimo di giocare contro di loro”, ha detto Momo. “Fisicamente sono incredibili, ma siamo riusciti a essere lucidi giocando di squadra. Abbiamo capito subito che giocando avanti e indietro non saremmo riusciti a fare granché, ma lavorando sulle piccole cose abbiamo fatto bene”. Discorso particolarmente indicativo perché riferito al passaggio a vuoto avuto nei primi minuti contro la squadra di Diop, un momento della partita che ha richiesto una migliore lettura della situazione da parte degli azzurri. Aspetto prontamente curato a partire da un break di 10-1 con cui si è chiuso il primo parziale della sfida domenicale, e che ha gettato le basi per la nostra ventiseiesima vittoria in terra trentina.
“È finito il primo stint, come si dice nella Formula 1”, ci dice coach Edoardo Casalone, assistente del CT Pozzecco. “In queste due amichevoli abbiamo avuto modo di valutare a che punto siamo della nostra preparazione, dove sono i meccanismi e le collaborazioni – sia difensive che offensive – sulle quali abbiamo lavorato in questi giorni di raduno. Siamo estremamente soddisfatti del livello raggiunto finora, ovviamente c’è ancora molto su cui lavorare ma le due partite contro squadre molto differenti ci hanno dato sicuramente spunti e idee su cui migliorare. È stato uno stint sicuramente positivo, adesso ci fermiamo ai box per una breve sosta e facciamo il pieno per ripartire verso EuroBasket, il traguardo finale”.
“Nel prossimo impegno dovremo salire di livello perché affronteremo una squadra ancora più forte, ma l’obiettivo è quello di essere pronti per quando inizierà il nostro Europeo. Vogliamo sfruttare ogni secondo di allenamento per migliorare tutti gli aspetti e per costruire quello che è il nostro DNA, da portarci dietro all’Europeo”. Casalone poi chiude con un ringraziamento speciale a Giordano Bortolani e Guglielmo Caruso, che al termine della partita contro il Senegal sono stati autorizzati a lasciare il raduno azzurro: “Purtroppo ci devono lasciare, ma ci hanno permesso – con la loro serietà e professionalità quotidiana – di essere competitivi negli allenamenti”.