LBA - Pino Sacripanti "Napoli in serie A cambia tutto!"

LBA - Pino Sacripanti "Napoli in serie A cambia tutto!"

Pino Sacripanti dopo la missione compiuta di riportare in serie A Napoli e il basket campano, nell'intervista a La Repubblica racconta la rivoluzione che sta per arrivare e rendere competitiva la squadra sl massimo livello.

Innamorato. In A2 non volevo andarci: per un discorso di cuore avrei accettato soltanto la mia Cantù o Napoli, una città magica, diversa da tutte le altre. L'ho vista per la prima volta da ragazzino, durante un torneo giovanile. Poi l'ho scoperta nel profondo e oggi nello smartphone ho centinaia di fotografie scattate nei luoghi simbolo partenopei.

Canzoni napoletane e scaramanzie. Ognuno di noi ha le sue scaramanzie, quest'anno prima di entrare in campo ho ascoltato per tutta la stagione "Ritmo di Contrabbando" di Eugenio Bennato, mi dava grande carica. Ho avuto il piacere di stringere la mano a Patrizio Trampetti, autore di "Un giorno credi": pura poesia.

Poche strutture sportive. Mi lascia senza parole il fatto che ci siano così poche strutture sportive in una terra abitata da milioni di persone. Lo sport è un'alternativa alla strada e non solo: tantissimi ragazzi che hanno iniziato con me lavorano nel basket ancora oggi. E poi portare i giovani al campo vuol dire indicare un percorso, fargli vedere da vicino i talenti della prima squadra e dire loro: guarda che anche tu puoi farcela. Al Sud c'è un ampio potenziale poco sviluppato.

Quanto vale Napoli. Ora proprietà e stampa devono far capire a Napoli quanto vale questa serie A1. Per tornare sono serviti tredici anni, oggi c'è una proprietà solida che è una fortuna per tutta la città. Ma questa fortuna bisogna anche coccolarsela un po', è come un fiore da proteggere. Bisognerà essere tutti dalla stessa parte, soffrire insieme… Dobbiamo consolidarci, perché per tornare in A2 basta un attimo. Napoli e la napoletanità devono essere un valore aggiunto.

Serie A, cambio di passo. Quando sono arrivato ho trovato un ambiente familiare, nel senso buono ma anche in quello negativo. Fare sport significa andare dritti verso il proprio obiettivo senza guardare in faccia a nessuno. Fin qui abbiamo fatto grandi progressi, ora voglio portare al club la mia ventennale esperienza in A1, dove cambia tutto: i palasport, la pressione, i giocatori, l'arbitraggio, le proprietà con cui ci confronteremo, lo stile. E anche gli allenatori. Dovremo convincerci di entrare in punta di piedi, bisognerà saper perdere per poi arrivare a vincere. Piedi per terra e nel lungo periodo si potrà arrivare in alto.

Mercato e idee guida. Ho un anno di contratto, vorrei restare soprattutto se riusciremo a fare una programmazione che vada al di là della singola vittoria e sconfitta. E poi mi piacerebbe avere carta libera nella costruzione della squadra. Il prossimo anno serviranno giocatori più funzionali al progetto e magari ragazzi che vogliano restare a Napoli per più di un anno. Non accetteremo ricatti né capricci.