LBA - Bucchi rinasce a Cantù ma Roma è ancora una ferita

LBA - Bucchi rinasce a Cantù ma Roma è ancora una ferita
© foto di Gorini

Dopo il disastro Virtus Roma, Piero Bucchi ha cominciato un lungo percorso salvezza con l'Acqua San Bernardo Cantù. Ecco alcune delle sue considerazioni al Corriere dello Sport.

Tre regole canturine. Le tre regole che mi sono dato e ho cercato di imporre alla squadra dal primo allenamento dopo la firma sono state: resettare, riordinare e ripartire. Io mi sono presentato con tanto entusiasmo in corpo perché ho la netta percezione di lavorate per un club storico. Ci siamo chiusi in palestra, diciamo che l'emergenza non concede neppure troppi svaghi, i risultali sono figli del lavoro.

Sistema. Che il nostro modo di giocare sia associabile a come vedo la pallacanestro mi rende felice. Stiamo lavorando tanto su difesa e intensità. Se si difende forte, se mettiamo pressione sugli avversari rompendo il loro modo di giocare inevitabilmente anche in attacco le cose vengano meglio. Arrivato a Cantù sono riuscito a portare tutto me stesso in palestra, con un grande carico di entusiasmo, e ora mi riconosco molto nel modo di stare in campo dell'Acqua San Bernardo.

Roma. Un momento difficile della mia carriera perché al club, alla città, alla gente sono molto legato. Ho passato, nelle mie due esperienze capitoline, giorni bellissimi. Però gli ultimi mesi sono stati terribili per l'incertezza die regnava sovrana. La fine della Virtus resta un dolore fortissimo. Per fortuna è arrivata la chiamata di Cantù. Ha fatto si che questa ferita si rimarginasse più in fretta, anche se la cicatrice resta.

Bayehe. Nella vittoria contro Cremona è stato determinante con 16 punti e 13 rimbalzi. E' giovane. Ha entusiasmo e voglia di lavorare. Con me chi si presenta così gioca, non guardo al passaporto. Certo deve migliorare ma il ragazzo è intelligente e lo sa bene. Si allena sempre al 110% e sta cogliendo molto bene l'occasione. Non è un centro puro. Può giocare un po' più lontano da canestro ma deve mettere su un tiro più continuo. Devo fare i complimenti a Della Fiori per aver creduto in lui portandolo a Cantù.

Procida. Beata gioventù. Nel senso che la carta d'identità parla chiaro, è un cucciolo con immense doti e deve crescere con la squadra. Il gruppo deve salire di giri e lui insieme agli altri. Ha un'etica del lavoro eccellente, un tiro che conosciamo bene. La difesa è rivedibile ma ne è cosciente. E' saggio, più di quanto la sua età possa far immaginare. Sul talento innato che alberga in lui poco da dire: c'è e si vede.