Lega A - Cantù, allarme spettatori. Ma il discorso vale per tutti

Pancotto al PalaDesio
Pancotto al PalaDesio

La passione del pubblico è la prima formidabile arma che ha un club per poter proseguire in un discorso di eccellenza in qualunque disciplina e categoria esso sviluppi la propria azione. In un intervento sulle pagine de La Provincia, Gianni Corsolini - tra le altre cose - scrive con lucida concretezza "Credo che il problema da considerare della nostra società (Pallacanestro Cantù, ndr) oggi sia il pubblico, perché trascurando le grandi piazze come Milano, Roma, Bologna, Treviso e Varese dove gli impianti sono sempre pieni noi racimoliamo una misera presenza di 3.500 spettatori. Sono troppo pochi per mirare a una continuità della società ad alto livello. Il problema degli impianti, insomma, non è la struttura o la sua capienza ma l'affluenza e la partecipazione".

Problema ovviamente condiviso da tante altre società a cominciare dal sempre più eclatante caso di Pistoia, fino ad arrivare alla stessa Olimpia Milano e mascherato a livello di grandi numeri ovvero il totale di presenze complessivo della serie A solo dall'arrivo nella massima serie di società con più pubblico e bacino di utenza rispetto a quelle retrocesse (Fortitudo Bologna e Treviso, dopo la Trieste dell'anno precedente). Certo la fidelizzazione dei supporter del calcio inglese, che cantano alla propria squadra in qualunque situazione, sarebbe auspicabile...