Giovanili Femminili: evviva Campobasso Campione U17 ma dietro?

La vittoria della squadra molisana certifica il bel lavoro della società a livello giovanile ma il movimento non luccica come tutti vorrebbero far apparire
03.06.2024 14:36 di  Eduardo Lubrano   vedi letture
Giovanili Femminili: evviva Campobasso Campione U17 ma dietro?

La settimana appena passata è stata certamente dominata dalle Finali Nazionali Under 17 a Roseto degli Abbruzzi, l’ultima Finale nazionale femminile di questa stagione. Il bilancio è questo: Under 15 Reyer Venezia, U17 ed U19 La Molisana Magnolia Campobasso. Un trionfo per le molisane il cui settore giovanile già l’anno scorso aveva portato a casa proprio il titolo U17.

E forse è un segnale di cambiamento nel panorama giovanile almeno in questa categoria. Che dal 2014 è stato vinto in back to back: 2014/15 Umana Reyer Venezia, 2016/2017 Rittmeyer Giants Marghera, 2018/19 Bianchi Group Costa Masnaga per l’Unicef, poi nel 2022 dal Basket Roma e negli ultimi due anni appunto da Campobasso. Vorrà dire qualcosa? Presto per dirlo in termini di futuro, cioè di quante di queste ragazze arriveranno a giocare nella prima squadra, salvo Giacchetti che ne fa già parte e Moscarella che è sulla soglia. Considerando che Quinonez classe 2006 è già una sicurezza in A1 ed è a Campobasso da quando ha 13 anni, aver tirato fuori tre giocatrici che possono stare nella rosa della prima squadra è tanta roba e bisogna fare “Chapeau” alla società molisana che nel frattempo si è costruita un’arena tutta sua ed ha avviato un percorso interessante. Facile a farsi con i soldi? Certo aiutano, ma come abbiamo visto tante volte, bisogna saperli spendere altrimenti si fanno disastri peggio di quelli che non ce li hanno quei soldi lì.

Quanto al livello generale di queste Finali Nazionali, non sarei così d’accordo con l‘enfasi spettacolare e di qualità con le quali sono state celebrate per tutta la settimana, anche se capisco che il prodotto va venduto come il migliore a qualunque costo. Ci sono state belle partite senza dubbio – semifinali e finali-ma abbiamo anche visto cose tecniche che da ragazze U17 non ci si aspetta: palleggi improbabili, tiri al tabellone come se fosse un muro da sfondare, appoggi al tabellone del tutto sbagliati come concetto e soprattutto una quantità di tiri da 3 insopportabile. Di interessante s’è vista una discreta predisposizione di molte squadre a difendere tutte insieme per poi cercare di sorprendere l’avversaria di turno in transizione o contropiede. Si è visto ancora una volta come – specie a livello giovanile – fare pronostici molto certi è un rischio azzardato, visto che la favoritissima Reyer è uscita anzitempo con Firenze, squadra di notevole applicazione ma di sicuro di minor talento ed importanza fisica. Così come nonostante la presenza di Giacchetti e Mascarella, La Magnolia non era pronosticata vincente ed alla fine tutti i favori della vigilia sembravano a favore del Geas. A proposito credo si dica il Geas e non la Geas come ho sentito perché l’acronimo è Gruppo Escursionistico Atletico Sestese; così come Costa Masnaga è il nome di un paese e non della società dunque anche qui dire la Costa Masnaga è un errore.

Il quintetto ideale:

Emma Giacchetti (Magnolia Campobasso)

Marta Moscarella (Magnolia Campobasso)

Olivia Ostoni (Allianz Geas Sesto San Giovanni)

Sveva Bernasconi (Limonta Costa Masnaga)

Chiara Silvia Poma (Ororosa Bergamo)

Miglior allenatore: Paolo Troncato (Geas Sesto San Giovanni)

Costa Masnaga che a proposito si conferma sempre nelle prime 4 di ogni categoria, l’Under 15, a dimostrazione che il sistema Costa funziona ed il progetto può andare avanti anche dopo l’era di Matilde ed Eleonora Villa. Così come proprio il Geas sembra un gruppo attrezzato per far bene anche nella categoria superiore.  E poi Bergamo che per larghi tratti della manifestazione ha giocato una bellissima pallacanestro. 

Dunque non tutto è negativo anche se le ombre sono lunghe e pesanti in relazione al fatto che queste ragazze dovrebbero rappresentare il futuro della pallacanestro italiana. Sono giovani, alcune giovanissime e lasciamole crescere. Ma bisogna intervenire subito perché il lavoro fatto sin qui non vada perduto, anche iniziando da una nuova strutturazione dei campionati giovanili. Sarà anche vero che la Natura ha voluto che le migliori nascessero da Roma in su, ma non è bello per il movimento che delle quattro semifinaliste 3 fossero lombarde (buon per loro sia chiaro) ed una del sud. E che nei quarti ci fossero le tre lombarde, una di Roma, una di Alghero, Campobasso un’emiliana e Firenze. Nelle 16 partecipanti, Roma, Alghero e Campobasso sono state le uniche rappresentanti del Centro Sud.  Il resto d’Italia completamente tagliato fuori. Giusto, se queste sono quelle che si sono qualificate non c’è discussione. Ma qualcuno di quelli che comanda e sorride quando premia le ragazze, si fa una domanda ogni tanto?