Nicola Brienza, da miglior coach della Serie A alla scommessa vinta a Cantù

Nicola Brienza ha vissuto mesi incredibili. A capo della sorprendente Pistoia Basket 2000 della stagione 2023/24, ha accolto come tutti i tifosi toscani l'arrivo di Ron Rowan in società nell'aprile del 2024. Con tutto quello che è accaduto in mezzo, di cui tutti sappiamo, sembra passato molto di più. Eppure facendo un passo indietro, quella sua Pistoia arrivò ai quarti di finale di Coppa Italia e sesta in stagione regolare in LBA prima di uscire ai quarti di finale Scudetto. Da lì la nomina a Miglior coach della stagione in Serie A, la conferma sembrava certa e invece a Pistoia si decide incredibilmente di cambiare. Un anno fa raccontava: "L'incontro con Rowan durò otto minuti. Mi ha chiesto di verificare se ci fossero opzioni fuori da Pistoia. Siccome me lo ha chiesto due volte in otto minuti, la seconda volta ho risposto, va bene, farò queste verifiche". Beh, le opzioni c'erano, e lui ha deciso di accettare una vera e propria sfida: riportare di sopra Cantù e spoiler, ci è riuscito.
"In effetti da fuori può sembrare strana la mia parabola. Ma c'è chiaramente l'aspetto emotivo. Ho voluto provare a ridare quello che Cantù mi aveva dato. Ho giocato nelle giovanili, sono stato assistente di Sacripanti, Dalmonte, Trinchieri, Corbani, ho guidato la squadra da head coach per qualche partita nell'era Gerasimenko. Ho fatto la mia strada anche altrove: Svizzera, Trento, Pistoia. Ma Cantù è sempre rimasta nel cuore", dice a Tuttosport. "Pistoia ferita aperta? Sì, perché fai un percorso così bello, da libro, e vedi tutto buttato via rimane il rammarico. Sono contento che possano ripartire con un dirigente serio come Andrea Di Nino. Di Rowan serberò sempre il ricordo di una persona che voleva fare cose non giuste e nessuno è riuscito a mettere una diga al suo operato".
"Fui contattato un anno fa quando Cantù fu eliminata nei playoff da Trieste. Quando si arriva in questa piazza in A2, non d sono opzioni diverse dalla vittoria, anche se nello sport non c'è niente di più difficile di confermare un obiettivo annunciato, al netto della qualità del roster e della società", racconta Brienza al Corriere dello Sport. "Se ho mai dubitato? Pensandoci adesso, a promozione ottenuta, sono stato un genio. La verità è che è stata una scommessa, un cerchio che volevo chiudere. A Cantù sono nato, ho giocato e ho allenato quando ancora si doveva fare di necessità virtù. Sentivo di avere tanto da ridare a questo club, sapevo che tipo di pressione avrei dovuto affrontare, e ho accettato la sfida".
Un percorso che non è stato sempre semplice, come quelle cinque sconfitte di fila tra gennaio e febbraio. "Sì, 5 ko inaspettati in cui, a parte la gara con la Fortitudo in cui abbiamo disputato un buon 1° tempo e poi siamo calati, abbiamo giocato al pari dei nostri avversari, perdendo. Ma la società è sempre stata molto presente e di supporto. Abbiamo parlato in modo costruttivo. La svolta è stata il canestro di Valentini all'ultimo secondo nella gara vinta in casa con Cividale dopo cinque ko consecutivi. Abbiamo esultato più in quella partita che ieri sera (venerdì sera, nda), perché eravamo riusciti finalmente a toglierci la proverbiale scimmia dalla spalla. Da quel momento, siamo andati in crescendo, vincendo la Coppa Italia e poi i playoff. Gli infortuni ci avevano condizionato, impedendoci di creare le giuste gerarchie".
Cantù ha certamente avuto un pizzico di fortuna, o lungimiranza, con Grant Basile, che ha liberato uno spot straniero dopo aver ottenuto la formazione italiana con la convocazione del CT Pozzecco con la Nazionale a novembre. "A volte la gente si dimentica regole e opportunità. Come tanti altri, conoscevamo la situazione di Basile e ci abbiamo creduto. Lo avevo allenato a Pistoia e ho rischiato impiegandolo da ala forte, un ruolo in cui non aveva mai giocato. Abbiamo vinto la scommessa, come con Okeke, che abbiamo rigenerato quando sembrava essere scivolato fuori dal mondo della pallacanestro dopo le note vicende all'anca. La fortuna aiuta gli audaci".
Oltre 6000 persona al PalaDesio per Gara 3 contro Rimini, ora si va al piano di sopra con un chiaro obiettivo: centrare la salvezza. Anche perché nel 2026 arriverà la novità del palazzetto. "Cantù è la città dei falegnami, che lavorano piegati con il loro dna fatto di sacrifici e duro lavoro. Così dovrà essere la nostra squadra. Nel maggio del 2026 sarà pronto il nuovo Pianella, dobbiamo giocarci la stagione successiva avendo ancora la squadra in Serie A. A tutti i costi".