A2 F : il Campionato più bello che c'è, Girone B
ROVIGO – CUS CAGLIARI 56-66
Ho scelto questa partita perché aveva risvolti importanti ma diversi per le due squadre. Rovigo, partito con l’obiettivo di non soffrire più e di assaporare finalmente l’aria dell’alta classifica, dopo un buon avvio di stagione si ritrova invece con soli 6 punti e 6 sconfitte in carniere. Obbligatorioa cambiare subito rotta a partire da questa gara.
Il Cus, invece, era stato indicato come una candidata ai play-out, ma man mano che la rosa si è completata – pur avendo gli stessi punti di Rovigo – a mio parere ha il miglior quintetto del girone, o se non il migliore, sicuramente uno dei più forti. Per questo non può far altro che puntare in alto. Il match era quindi fondamentale per entrambe le squadre.
La sinossi dell'incontro potrebbe essere questa: partenza sprint delle sarde, che scavano un discreto vantaggio; a Rovigo, per colmarlo, servono due quarti, ma lo sforzo delle padrone di casa viene pagato nell'ultima frazione di gioco, con Cagliari vincente.
Ma non è andata proprio così.
Rovigo parte con una difesa a zona che ferma solo nei primi minuti le bocche da fuoco cagliaritane. A metà quarto, però, le ospiti trovano la via dei tre punti e scavano quel vantaggio di 9 punti che poi sarà fatale nel corso del match. In questa prima fase si fa notare il giro palla delle sarde, che è da manuale e bello da vedere. Anche l'inizio del secondo quarto è favorevole alle ospiti, ma una Castelli in formato super e le triple di Viviani riportano lo svantaggio in termini accettabili.
Il terzo quarto è giocato dalle venete come coach Pegoraro vorrebbe: intensità difensiva, palle recuperate e buone soluzioni in attacco. Tutto questo fa sì che il match torni in equilibrio, anche perché le ospiti sembrano un po' leziose nelle loro azioni, con passaggi poco precisi.
Si va così all'ultimo quarto, dove l'equilibrio dura fino ai tre minuti finali, quando una tripla di Piedel di tabella allo scadere dei 24" segna un solco che rimarrà irraggiungibile per le rodigine. In verità, le padrone di casa proprio nell'ultimo quarto non hanno mai dato l'impressione di cambiare marcia per provare a portare a casa l'incontro.
Dall'altra parte, anche se Bovenzi e Piedel sono state le migliori realizzatrici, l’MVP è indubbiamente Nasraoui: con lei in campo la squadra acquista un altro spessore e viaggia a vele spiegate.
Conclusione
Rovigo deve rimandare la vittoria alle prossime partite, ma la serie negativa mette pressione alle venete, che non saranno contente di questa partenza col freno tirato.
Cagliari dimostra di essere una squadra tosta, capace di dare ai suoi tifosi molte soddisfazioni; quando gioca in velocità è uno spettacolo per gli occhi.
UMBERTIDE – ROVIGO 59-58
Oltre a essere un big match, è anche un match point per le umbre che, vincendo, sarebbero quasi matematicamente qualificate alla Coppa Italia: un risultato quasi inaspettato alla vigilia. Lo stesso discorso vale per le siciliane, che occupano l’ultima posizione utile per accedere alla Coppa, ma hanno alle spalle una squadra come Bolzano, a soli due punti e con lo scontro diretto a favore. Per evitare di essere raggiunte devono quindi assolutamente vincere.
Anche questa sfida valeva molto più dei due punti in palio.
Partita vissuta su allunghi sia dell’una che dell’altra squadra. Parte meglio Ragusa: le padrone di casa sembrano imballate, ma ben presto trovano il bandolo della matassa e, anche grazie a un calo delle siciliane, chiudono il primo quarto in vantaggio di 8 punti. Un preludio all’inizio di un secondo quarto favorevole alle umbre, guidate da Sorrentino, ma anche da Baldi e — in questo frangente — da un’ispirata Del Sole.
Le umbre raggiungono subito la doppia cifra di vantaggio e sembrano avere il vento in poppa, ma è un fuoco di paglia: Moriconi suona la carica e, coadiuvata da un’ottima Cedolini che oltre a firmare canestri importanti svolge molto bene il cosiddetto “lavoro sporco”, rimette in corsa Ragusa.
Le umbertidesi in questo frangente sciupano tutto il vantaggio, la partita torna in equilibrio e il primo tempo si chiude sul +4 per le padrone di casa.
Il ritorno in campo è tutta un’altra musica: Moriconi e Stroscio (grande partita la sua) si ricordano che su questo campo avranno segnato migliaia di volte in gara e in allenamento, e vanno letteralmente a memoria, stendendo Umbertide con triple su triple e raggiungendo in un amen la doppia cifra di vantaggio.. Sembrava finita, ma le padrone di casa — punto su punto e senza strafare — con una Baldi sugli scudi rosicchiano tutto il vantaggio delle siciliane, arrivando addirittura al +1 a fine terzo quarto. Un altro allungo finito male per Ragusa.
Nell’ultimo quarto c’è un altro mini-strappo di Umbertide: +5, che sembra poca cosa, ma in una fase in cui si segna col contagocce e si sbaglia a mani piene diventa pesante. Fondamentali gli ultimi tre punti di Gianangeli, che per un solo punto non realizza un’altra doppia doppia — anche se, a dire il vero, lei fa sempre “triple triple”, se si considera (e secondo me è fondamentale) la “valutazione” finale.
Negli ultimi 100 secondi non segna più nessuno e Umbertide, anche se di un solo punto, porta a casa un’importante vittoria.
Partita non bella, ma sicuramente appassionante: la posta in palio era alta.
Conclusioni
La PFU ormai, salvo tracolli memorabili, vede la Coppa Italia da vicino, oltre che agganciare Matelica e Alpo in cima alla classifica. Un grande risultato, considerando che le umbre sono l’unica squadra del girone a non avere alcuna straniera.
Per Ragusa ora è davvero dura: raggiunta e superata da Bolzano, dovrà fare filotto e sperare che Bolzano non le vinca tutte… altrimenti, addio Coppa Italia.