LBA - Non è la RAI: il vecchiume nel basket si rosola al fuoco l'innovatore Gandini

29.12.2020 17:40 di  Umberto De Santis  Twitter:    vedi letture
LBA - Non è la RAI: il vecchiume nel basket si rosola al fuoco l'innovatore Gandini

Dopo 70 anni che si discute delle nefandezze della lottizzazione politica nella Rai che premia la fedeltà clientelare e non la competenza e la meritocrazia nei ruoli, non ci dobbiamo stupire ancora una volta se, alla prima occasione in cui sulla generalista rete RaiDue passa la diretta di una partita di pallacanestro, un solerte funzionario addetto al palinsesto decida di troncare a mendo di tre minuti dalla fine il confronto tra Virtus Bologna e Olimpia Milano perché tanto gli spettatori possono passare sul canale riservato a RaiSport.

Per inciso la diretta su RaiSport della gara è durata, con preview e interviste post gara, appena 1 ora 54 minuti e 2 secondi quindi abbondantemente dentro le due ore canoniche in cui un evento sportivo deve svolgersi televisivamente parlando. E "Speciale Parlamento" non è una diretta.

Urlare alle stelle e alla luna come lupi su un costone roccioso dell'Arizona contro la Rai è adesso inutile. Quasi come rivangare lo schiaffo che ha tolto alla rete pubblica le partite della Nazionale azzurra che, stante la crisi di abbonamenti di Sky, praticamente nessuno vede più. E vorremmo conoscere chi ci guadagna da questa situazione, altrimenti siamo al masochismo puro.

Non ci sono problemi di share in questa situazione. Anzi con tutta la crisi di disinteresse dei tifosi che ci è stata rappresentata a causa della crisi pandemica, avere ottenuto dall'Auditel il confortante pareggio con quello dell'anno scorso per la stessa gara è un risultato eccellente.

Il burocrate non poteva saperlo questo risultato. Il burocrate ubbidisce agli ordini e alle regole per non farsi beccare in castagna. Per vincere anche in televisione bisogna entrare nelle loro regole. Questo impone che la LBA segua una strada semplice, che si chiama programmazione. Dei palinsesti e degli eventi.

Una cosa che negli anni non è mai stata fatta per cui è inutile che qualcuno si alzi a scusarsi mettendo di mezzo il coronavirus.

Alzi la mano chi ha visto uno spot pubblicitario di presentazione del match trasmesso nei giorni passati dalla Rai. Scommettiamo che contrattualmente non ne è prevista la realizzazione e messa in onda altrimenti peggio mi sento. Come attirare gli spettatori generalisti a un evento che è conosciuto solo dagli appassionati?

E fermiamoci qui. Guardando le cose nel loro insieme, abbiamo la netta impressione che più che allargare la base di fruizione dell'evento pallacanestro ci sia la rincorsa all'esclusività dei contenuti per sottrarre "consumatori" a chi già il suo lavoro nella divulgazione della pallacanestro lo fa e forse lo fa anche bene. Consumatori che non sono nuovo pubblico.

Le aumentate responsabilità delle società di pallacanestro, nel dare informazione e contenuti in un momento in cui con la pandemia si è interrotto il flusso di comunicazione non istituzionale per l'inaccessibilità ai palazzetti e all'incontro tra persone, non sono state comprese dagli addetti ai lavori.

Anzi è stata l'occasione buona per costruire cartelli, corsie preferenziali, abbrutimento nei confronti della critica. Un trend che va avanti da qualche anno, che ha trovato terreno fertile nel lockdown e che è responsabile della disaffezione di tanti appassionati, anche prima di marzo 2020.

Sarebbe l'ora di smettere di essere prima di tutto autoreferenziali, di pensare che gli sponsor dovrebbero mettersi in fila per far continuare a personaggi inadeguati a baloccarsi con la pallacanestro. E smettere di parlare citando sempre i giovani, visto che non siamo capaci di mantenerci gli appassionati più avanti nell'età.

Come vedete la carne al fuoco è tanta, ma il cuoco non ha aiutanti capaci o altrettanto interessati a una buona cottura...