Il vino c'è, ma Cantù ancora non beve... di Werther Pedrazzi

Il vino c'è, ma Cantù ancora non beve... di Werther Pedrazzi

(Werther Pedrazzi) Laggiù nel Cantucky, tra squarci d’azzurro, corrono nuvole. Tra le colline il cielo è tutto un contrasto…

Operazione d’emergenza, salvataggio in alto mare per chi rischiava di annegare. Il 18 febbraio, una data da ricordare!

“Come un naufrago,  fuor dal pelago alla riva…”, che si volta indietro a riguardare i flutti dai quali è appena scampato. Gerasimenko, addio. Finalmente. Ma, poi… Alzando lo sguardo al nuovo orizzonte, quali certezze? Soltanto belle ed auree speranze.

Non vogliamo qui ripetere i passi salienti di una conferenza stampa molto importante (di cui Pianeta Basket ha già dato ampio resoconto), ma soltanto  ripercorrerli, emotivamente, e sciogliere il nodo di sensazioni e perplessità, reali o presunte tali…

Belle sensazioni, e qualche novità…: “Con il salvataggio della Pallacanestro Cantù è semplicemente iniziato un percorso, oggi siamo a metà strada – dice Angelo Passeri, presidente Tic (Tutti insieme Cantù) – Ma è un passaggio storico, poiché è il primo caso nel basket di una proprietà di azionariato popolare puro (Tic, appunto, ndr)”.

Al quale fa eco Andrea Mauri, dirigente responsabile di Acqua San Bernardo Pallacanestro: “Cercavamo un acquirente, abbiamo trovato Cantù. Un miracolo. Anche se oggi c’è ancora da capire cosa ci riserverà il futuro, il punto fermo è che adesso il pallino è nelle mani del territorio”

Una sfida del territorio, come  nucleo centrale, rimarcata anche da Stefano Salice, Ceo di Former/Busnelli. E avvalorata da Antonio Biella, direttore generale di Acqua San Bernardo, un giovane manager che sembra proprio animato da quella passione che resta il carattere distintivo del glorioso passato canturino, con il suo claim “ogni goccia conta”, aggiornato nelle magliette celebrative del salvataggio in “una goccia di storia”. 

Per finire con le parole, sagge, di Roberto Allievi, nelle vesti di un Pater familias, a costituire quel trattino che unisce e collega passato-presente-futuro: “A differenza di una settimana fa, oggi possiamo dire: la pallacanestro c’è! Tutto, finora, è stato fatto con il cuore, da oggi bisogna iniziare ad usare la testa, la razionalità: nell’immediato ci sono debiti da saldare e un campionato da finire”. Successivamente indicando i prossimi tre passaggi essenziali: “Aumentare i 300 soci attuali di Tic; costituire  il Consorzio; allargare l’area sponsor. Per costruire un futuro che dipenda da Noi”.

Già! Finora tutto, o molto, anima e core.

Perplessità? Una in particolare…

Che fine hanno fatto i presunti acquirenti “americani”?

Tutti negano arretramenti. Si parlano. Ancora. Cosa si stiano dicendo, per quel che è dato sapere, è al momento un pochettino più complicato da capire. Come da ultima stringatissima ed enigmatica uscita di Ylenja Lucaselli: “Ci conosciamo!”. Punto.

Qualche passo indietro. Limitandoci a quello che è di pubblico dominio…

Personaggi e interpreti. Protagonista principale: Ylenja Lucaselli, avvocato, 42 anni, di Taranto, bella presenza, attualmente deputato di Fratelli d’Italia, nonché global advisor , per matrimonio, di  Southern Glazer’s wine and spirits, con sede a Miami, la multinazionale Usa che per molti giorni (addietro), e da più parti, è stata indicata come la cordata americana interessata all’acquisto della Pallacanestro Cantù. In una sorta di intreccio di lessico familiare e politico.

Ylenja Lucaselli, infatti, è moglie di Daniel Hager (che in Italia è a capo della HC Consulting srl con sede a Livorno), la cui famiglia è azionista della Southern Glazer’s, l’azienda Usa leader nella distribuzione di vini ed alcolici, cui le stime di Forbes attribuivano un fatturato di 16,5 miliardi di dollari per il 2016, con 35mila dipendenti. In particolare: 60 milioni di bottiglie di vino italiano distribuite sul mercato americano… Mentre a suscitare l’interesse dell’avvocato tarantina per il basket in Brianza pare aver contribuito Nicola Molteni, senatore della Lega e sottosegretario al Ministero dell’Interno, canturino di nascita e tifosissimo “doc” della pallacanestro. 

Ora, per quel che riguarda l’interesse ed il coinvolgimento della SGWS nelle sorti della Pallacanestro Cantù, seguendo le dichiarazioni di Ylenja Lucaselli negli ultimi giorni sembra di assistere ad un (cauto) climax discendente…

“Siamo pronti a sostenere Cantù per la sua storia e per ciò che rappresenta per il suo territorio da quasi un secolo. Un patrimonio che non può essere disperso”, ed era soltanto il 16 febbraio (Corriere di Como).

Poco dopo, sempre al Corriere di Como: «Siamo tutti in attesa di notizie. Ma posso dare una certezza: quando ci sarà il passaggio di consegne da Dmitry Gerasimenko a Tic e verrà costituita la cordata per la Pallacanestro Cantù e il palazzetto noi saremo in prima fila».

Per finire con: “Allo stato attuale dei fatti, a quanto ci risulta l'unico percorso avviato è quello di Tic, in relazione al quale SGWS è del tutto estranea". (Repubblica.it).

Inoltre, pare che fin dall’inizio la rappresentante di Southern Glazer’s abbia ribadito un concetto: “Non vogliamo venire a predicare nel deserto”. Un’espressione di grande effetto e, se vogliamo, un apprezzabile concetto evangelico… Ma anche un tantino infantile: aspettare che altri si facciano avanti per primi, prima di fare il proprio passo. Soprattutto se quel passo è nelle nostre possibilità.

E’ qui ed ora che si decide il futuro della Pallacanestro Cantù: ora o mai più !?!

Perplessità, dicevamo. Ed affidabilità?

Sempre secondo le cronache di pubblico dominio… Il primo approccio alla politica dell’avvocato tarantino Ylenja Lucaselli risale al 2010, candidata alle elezioni regionali in Puglia, senza grande successo, nelle fila del Pd a sostegno di Nichi Vendola, per poi riprovarci lo scorso anno come capolista nel collegio plurinominale dell’Emila-Romagna e conseguente ingresso in Parlamento, dietro elargizione di un contributo di 200.000 euro al partito di Giorgia Meloni. Insinuazione (non il contributo che fu reale, ma il fatto che si sia comprata la nomina) da più parti sollevata (anche tra gli stessi Fratelli d’Italia) che personalmente non interessa né ci riguarda.

Interessa invece, e molto, quel vecchio gioco che si faceva da bambini: un-due-tre, chi c’è, c’è e chi non c’è non c’è. E chi, adesso, non c’è, vada pure a nascondersi, evitando di farsi pubblicità, gratuita.

Perché è adesso il tempo. Lo ribadiamo. E al tempo stesso ci scusiamo di un pensiero da povero Bertoldino ignorante… 60 milioni di bottiglie di vino italiano esportate ogni anno negli Stati Uniti… Basterebbe aumentarne il prezzo di (10) centesimi, che nemmeno i consumatori se ne accorgerebbero, o ancor meglio rinunciare a 10 centesimi di guadagno a bottiglia… Farebbero 6 milioni di euro… Hai voglia, se la salveresti Cantù

Una società e una squadra che lo meriterebbe, ben oltre gli umori del tifo, non tanto e non solo per le glorie passate, ma anche e soprattutto perché anche quando navigava a vista tra i marosi del naufragio si era già da sola mezzo (e anche di più) salvata sul campo dalla retrocessione.

Aspettiamo fiduciosi di renderne merito e stringere la mano che l’aiuterà a riprendere il cammino.

Werther Pedrazzi