Valtur Brindisi: la second unit decisiva nella vittoria contro Mestre

04.12.2025 17:39 di  Michele Longo  Twitter:    vedi letture
Valtur Brindisi: la second unit decisiva nella vittoria contro Mestre

All’inizio della stagione Bucchi fu molto chiaro nel dire che, con l’attuale struttura del campionato di A2, per poter ambire alla promozione era necessario avere un roster di 10 giocatori veri. Nella vittoria di ieri contro Mestre per 83-72, nella prima delle due partite da recuperare a causa della convocazione in nazionale camerunense di Mouaha, ha dimostrato che la Valtur Brindisi ha un roster completo e in grado di offrire tanta qualità in tutti i ruoli. In una partita senza Francis, con Copeland mai in partita e in generale un quintetto, che ad eccezione di Vildera, ha un po’ faticato, Brindisi ha vinto la partita soprattutto grazie alla sua panchina. Già nel secondo quarto la seconda unit aveva dato un primo scossone alla partita, ma Mestre, squadra interessante molto ben costruita e ben allenata, era riuscita a restare in partita. In apertura di quarto quarto invece, lo scossone dato dalla panchina si è rivelato decisivo. Il quintetto Maspero, Mouaha, Radonjic, Esposito, Miani ha deciso di alzare il livello di pressione difensiva, correre in attacco e scavare così il solco decisivo. I plus minus non sono mai del tutto indicativi, ma in questo caso aiutano per capire quando la panchina ieri sia stata fondamentale. Senza contare Radonjic, che è presente nel quintetto base ma al tempo stesso anche leader della second unit, il quintetto base ha prodotto 64 punti su 83 totali, ma ha totalizzato un plus minus di -8, mentra la second unit ha fatto registrare un +51, pur segnando “solo” 19 punti. La realtà è che Bucchi sa perfettamente che dalla panchina ha la possibilità di far alzare dei giocatori che magari non hanno tanti punti nella mani, ma sicuramente un’attitudine difensiva fuori dal normale. Maspero e Mouaha in campo tolgono letteralmente il fiato agli esterni avversari, Miani può seguire il suo marcatore ovunque, da sotto canestro fino alla linea dei tre punti, Fantoma si è fatto trovare pronto. Se poi a questi quattro si aggiunge anche un difensore di elite come Radonjic è chiaro che far canestro a Brindisi diventa davvero complicato. Oltre a questo però sono altri due i fattori che hanno portato la vittoria in una partita meno facile di quanto molti possano pensare: Copeland e Vildera.

NELLA TESTA DI COPELAND – Zach Copeland è un giocatore che va gestito in quanto è in grado di far vincere tante partite, ma al tempo stesso di farle perdere. Dopo la partita di Livorno è chiaro che Bucchi abbia lavorato incessantemente sulla testa del giocatore, dandogli fiducia quando faceva le cose giuste e panchinandolo quando iniziava a esagerare con le soluzioni personali. Nonostante ciò non gli ha mai negato i minuti importanti della partita. Insomma il bastone e la carota all’ennesima potenza, con Copeland che sta rispondendo alla grande e sta giocando una delle sue migliori stagioni della carriera. Ieri è stata una di quelle partite in cui Copeland rischiava di essere deleterio tanto che il tabellino recita 6 punti con 0/7 al tiro e 3 palle perse in 23’. Bucchi ha lasciato fuori a lungo il giocatore, rimettendolo in campo solo per gli ultimi 5 minuti ed è qui che si è vista la maturazione del giocatore. Copeland non ha mai forzato una conclusione, ha preso un solo tiro a pochi secondi dalla fine a partita ormai conclusa; quando ha preso palla ha sempre alzato lo sguardo, ha attratto il raddoppio difensivo con un finto cross over in palleggio e poi l’ha sempre passata sfruttando i buchi difensivi lasciati proprio da quel raddoppio. Altre volte, per voglia di rivalsa o voglia di entrare in partita, avrebbe probabilmente forzato qualche tiro e, in un momento in cui Mestre riusciva ad andare in lunetta con continuità e trovare punti facili per tentare la rimonta, sarebbe potuto essere un problema. Invece si è messo al servizio della squadra, ha giocato con i compagni ed ha avuto un comportamento esemplare dimostrando di essere perfettamente connesso soprattutto da un punto di vista mentale. È la prima volta che si ha l’impressione che Bucchi sia entrato nella testa del giocatore ed è probabilmente la notizia migliore per Brindisi dall’inizio della discussione.

HA DAVVERO SENSO CRITICARE VILDERA? Ieri sera Bucchi in conferenza stampa ha voluto sottolineare la prova di Giovanni Vildera e il fatto di averlo tolto perché meritevole di standing ovation. Questo anche perché dopo un layup sbagliato il pubblico ha iniziato a rumoreggiare. Resta oggettivamente un grande mistero perché il ragazzo da Montebelluna venga sempre criticato, quando in campo ha sempre dato di tutto e forse anche di più. Il fatto è che non è solo una questione di voglia o di attitudine, ma anche una questione di numeri. Ieri Vildera ha segnato 19 punti con 9/12 al tiro con 5 rimbalzi e 3 assist. Oggettivamente non esiste una ragione valida per criticare un giocatore del genere. Ha ragione Bucchi quando dice che il fatto che tiri da vicino non vuol dire automaticamente che il canestro sa facile, anche perché intervengono una quantità infinita di fattori che sugli spalti non si riescono neanche lontanamente a percepire. Ma se la prestazione di ieri non bastasse andiamo a vedere quanto Vildera stia facendo una stagione ottime e sia un perno fondamentale della Valtur Brindisi. In 26,6 minuti di media a partita Vildera segna 13,1 punti a cui aggiunge 6,9 rimbalzi, di cui 3,2 offensivi (l’anno scorso viaggiava a 7+5 di media). È andato in doppia cifra in 11 delle 14 partite e per due volte in doppia doppia (contro Avellino e Rimini). Se questo non bastasse, c’è l’impatto difensivo. Con lui in campo la squadra subisce 98,3 punti ogni cento possessi, quando invece è fuori ne prende 110,1, ovvero un defensive rating di -11,8 che lo mette al livello dei migliori difensori della squadra in termini statistici. Insomma, un giocatore a cui non si può rinunciare.

PER LA VETTA – Grazie alla vittoria contro Mestre, Brindisi ha raggiunto al secondo posto Verona e Livorno pur avendo una partita in meno (il recupero contro Rieti). Domenica al PalaPentassuglia arriverà Pesaro e Brindisi vincendo, la raggiungerebbe in vetta. Insomma una partita da playoff in cui il pubblico brindisino è chiamato a trasformare il PalaPentassuglia in un catino assordante come nella serie contro Rimini lo scorso anno. Siamo ancora a 5 partite dalla fine del girone di andata, ma le quattro vittorie consecutive, la vetta a un passo e la classifica che comincia a delinearsi danno l’idea di come questo campionato stia entrando davvero nel vivo e che, da adesso, certe vittorie valgono doppio. Brindisi arriva con il vento in poppa, ma meno giorni di riposo, mentre Pesaro, dopo un grande inizio, è in leggera flessione, nonostante continui a giocare un bel basket e dimostri di avere una chimica di squadra ai limiti della perfezione. Domenica alle 18:00 tutto questo non conterà però più nulla perché a parlare sarà solamente il parquet di gioco.