Nardò, l'allarme del presidente Greco: «Noi abbandonati, ora siamo a un bivio»

17.04.2025 18:10 di  Iacopo De Santis  Twitter:    vedi letture
Nardò, l'allarme del presidente Greco: «Noi abbandonati, ora siamo a un bivio»
© foto di HDL Nardò

Futuro incerto per l'Hdl Nardò. Sulle colonne de Il Quotidiano di Puglia, il presidente Tommaso Greco lancia un richiamo al territorio per preservare il patrimonio sportivo. «La mia esperienza, due anni da main sponsor e uno da presidente, è stata emozionante ma anche difficile. Ad oggi mancano dei requisiti per competere. I soci hanno dato l’anima per sostenere la squadra. Quest’anno più che mai abbiamo fatto investimenti personali non comuni e fuori da ogni logica. Siamo passati attraverso discussioni e malumori che hanno rischiato persino di rovinare le nostre amicizie. Malgrado i nostri sforzi, abbiamo dovuto constatare che siamo stati abbandonati, sia dalle imprese locali che hanno preferito sponsorizzare squadre più blasonate, sia dagli enti locali a cui probabilmente il basket interessa poco. I tifosi quest’anno sono stati anche di più ma in certe occasioni non sono riusciti a comprendere le difficoltà della squadra».

Serve trovare nuove soluzioni. «Oggi stiamo lottando per una salvezza in cui crediamo tutti. Abbiamo cercato di trovare cause, colpevoli, per una stagione che doveva essere diversa. Bisogna però guardare in faccia la realtà: il progetto Nardò Basket ha un solo problema. Non è sostenuto né economicamente, né mediaticamente. Tante personalità si sono succedute nei nostri palazzetti ma nessuno si è mai esposto promuovendo questo miracolo sportivo. Persino l’impegno del sindaco a costruire il nuovo Palasport potrebbe non essere più utile. Oggi siamo ad un bivio. La stagione sta terminando e spero che queste mie considerazioni arrivino al cuore di qualche appassionato. Per costruire oggi l’unica soluzione è una rete di imprese a sostegno della squadra. Nardò non dovrà essere più la cenerentola del basket, ma una squadra forte che rappresenti la forza del Salento, la forza delle persone, la forza di un territorio che si è fatto valere negli anni. Diversamente, credo che il futuro di questa squadra non possa svolgersi in un campionato di serie A».