La Valtur Brindisi spinge sulla acceleratore e torna alla vittoria
C’è un detto che accomuna le partite contro squadre imprevedibili, dotate di talento, ben allenate e con tanti giocatori interessanti, ovvero “giocare contro di loro è come andare dal dentista”. Cividale è sicuramente una squadra che può essere annoverata tra queste, ma la Valtur Brindisi ha superato la visita pur essendosi presentata all’appuntamento con qualche dolorino che faceva presagire qualche problema. Brindisi ha vinto 79-70 una bella partita, Cividale ha dimostrato di essere una squadra che è sempre bello veder giocare, soprattutto quando si ha la fortuna di ammirare una gemma come Francesco Ferrari, giocatore totale, di classe straordinaria, che anche ieri ha chiuso con un 17+8 e momenti di pura onnipotenza. La Valtur ha condotto la partita dall’inizio alla fine, senza mai riuscire però a scrollarsi definitivamente di dosso Cividale che è sempre rimasta a contatto, si è avvicinata più volte, ma è sempre stata ricacciata indietro da un Copeland in versione extralusso (30 punti con 8/12 da tre) e da un Radonjic che ha combinato ottime difese e canestri importanti nei momenti decisivi della partita. Ammesso che sia mai stata malata, Brindisi però non è sembrata del tutto guarita in quanto si è ancora vista un po’ di confusione in attacco, che a volte si è basato un po' troppo più su azioni estemporanee a gioco rotto, ma si sono anche viste cose un positive che nelle scorse settimane avevano limitato non poco gli schemi offensivi.
ATTACCO AL CANESTRO – In molti diranno che Brindisi ha vinto perché ha tirato con il 55% e sicuramente non è del tutto sbagliato affermarlo, ma è importante anche cercare di capire come si è arrivati a una percentuale così alta. La cosa che salta subito all’occhio è che Brindisi ha attaccato molto più velocemente, non si è affidata quasi solo ed esclusivamente al post come nelle ultime occasioni, ma ha continuamente attaccato il canestro. Si sono visti più penetra e scarica nel primo tempo che in tutto il resto del campionato, con la conseguenza che la palla si è mossa molto velocemente, si è cercato spesso e volentieri l’extrapass liberando tiratori sull’arco. Si potrà anche obiettare che in un paio di casi gli dei del basket hanno aiutato i biancoazzurri, come nel caso delle preghiere lanciate da Cinciarini e Copeland, ma la verità è che la maggior parte dei tiri da fuori sono arrivati con metri di spazio e piedi ben piazzati a terra. Creare vantaggio subito sul pick ’n roll iniziale ha portato l’attacco sempre in una situazione ottimale per poter fare male alla difesa di Cividale. Lo stesso Vildera ha beneficiato molto della situazione, trovandosi accoppiato a un esterno avversario e avendo vita facile sotto canestro. Il game plan di Bucchi ha sorpreso anche un coach esperto come Pillastrini che ha sofferto una tale aggressività dell’attacco brindisino, tanto che nel primo quarto si è forse visto uno dei migliori basket della stagione. Chiaramente poi il coach ferrarese si è adeguato e gli aggiustamenti hanno funzionato, ma quel piccolo vantaggio ottenuto nel primo quarto dalla compagine brindisina si è rivelato decisivo per tutta la partita. Con il rientro poi di Francis si è avuto anche modo di vedere quel quintetto small che tutti immaginavano che era stato impossibile da realizzare finora, ovvero con Cinciarini – Francis – Copeland – Radonjic e Vildera. Bucchi ha scelto questo assetto negli ultimi minuti di gioco e ha avuto ragione, perché è stato così che ha spento gli ardori di Cividale che si era portata pericolosamente sul -3. Certo, ci sono ancora tanti meccanismo da oliare, Francis è appena rientrato, ma con tre bocche da fuoco sull’arco come i due americani e Radonjic, per le difese diventa più difficile concentrarsi solo sul pick ‘n roll tra Cinciarini e e Vildera. La coperta va tirata ed è inevitabile che una parte resti scoperta e avere Cinciarini (11 assist su 16 di squadra) garantisce quasi sempre che la palla vada proprio in quell’angolino non protetto. Con qualche forzatura in meno da parte di Francis, la partita si sarebbe chiusa anche prima probabilmente.
CERCASI ETHAN DISPERATAMENTE – C’è chi però non ha partecipato alla festa e pare che, da ormai un po’ troppe partite, sia entrato in buco nero da cui non riesce a uscire. Si tratta di Ethan Esposito che continua a faticare in attacco, a rifiutare tiri e a sembrare non del tutto connesso sulla partita. Anche ieri ha chiuso con 0 punti in 18 minuti, 0/3 al tiro, 1 rimbalzo, 4 palle perse e -8 di valutazione. La cosa più preoccupante è che ha anche difeso bene, ma nonostante ciò non è riuscito a portare in attacco l’energia che prendeva da alcune giocate difensive per nulla banali. Con Miani fuori per problemi alla schiena, Brindisi non può permettersi di avere zero anche dall’altra ala forte in roster e l’impressione è che Bucchi debba fare un grande lavoro sulla testa del giocatore, dato che al momento sembra avere proprio poca fiducia in se stesso. A ciò si aggiungono momenti corali di down in cui sembra che alla squadra manchi maturità e scaltrezza, soprattutto quando Cinciarini è in panchina. Il riferimento è a quanto successo in chiusira di terzo quarto, con Brindisi non ancora in bonus, Bucchi che si sbraccia chiedendo di far fallo e la difesa che concede una tripla a Redivo senza colpo ferire. Quando si inizieranno a limitare certe disattenzioni che in partite punto a punto risultano poi decisive, Brindisi potrà seriamente pensare a fare quello step in più richiesto per vincere il campionato.
GREGARI AL POTERE – I 30 punti di Copeland sono sicuramente stati importanti per la vittoria, ma contro squadra come Cividale si vince anche perché ci sono i classici gregari che fanno quelle cose che non vanno nelle statistiche, ma che si rivelano decisive. Radonjic e Vildera ieri sono stati fondamentali in alcuni frangenti della partita, il primo con delle difese che vanno oltre l’intelligenza cestistica e un paio di canestri chirurgici, il secondo con il solito lavoro sporco sotto i tabelloni e con i blocchi granitici che hanno permesso diverse conclusioni dall’arco. Il centro di Montebelluna potrà anche sbagliare qualche appoggio, ma ciò che fa in campo va oltre tutto questo. Radonjic invece non è una novità, senza Miani sta giocando anche molti minuti da 4 che, soprattutto in un quintetto small, sembra il ruolo in cui riesce a dare il meglio. Ieri è stato anche moto interessante per come è stato usato da Bucchi per il pick ‘n roll in transizione con Cinciarini. Insomma tante piccole cose che potrebbero essere utili per il futuro, a partire dalla prossima difficilissima partita al PalaDozza contro la Fortitudo Bologna.