A2 - Infortuni e percentuali scadenti, ma la Valtur Brindisi riprende la corsa

I derby, si sa, fanno sempre storia a parte e le posizioni di classifica contano poco o nulla. I derby si vincono anche giocando male, ma interpretando la partita nel modo giusto e cercando di capire dove e quando affondare il colpo decisivo. La Valtur Brindisi ha imparato la lezione dell’andata e ha fatto propri questi concetti per espugnare il Pala San Giuseppe di Nardò per 76-65 e tornare alla vittoria dopo due sconfitte consecutive. La partita è stata bruttissima, piena di errori e con percentuali non degne della serie A2, Nardò ha provato subito ad assestare il colpo decisivo, andando anche sopra di 8 punti nel secondo quarto, ma Brindisi è stata brava a ricucire subito lo svantaggio e poi a condurre sempre la partita fino alla triple di Ogden che ha creato il solco decisivo. Per Brindisi è una vittoria che ha la stessa importanza di una maschera ad ossigeno dopo essere stati in apnea per diversi minuti. La brutta battuta di arresto contro Cento, Torino tornata a contatto e rivitalizzata dalla cura Moretti, la situazione infortuni che non fa altro che peggiorare (Laquintana appena aggiunto alla lista) e un mercato impossibile da decifrare tra assenza di giocatori e un regolamento troppo limitante, hanno creato un’atmosfera surreale nelle ultime due settimane. L’euforia delle sei vittorie di fila sembrava completamente svanita prima per i problemi fisici di De Vico e Vildera e poi per le due sconfitte contro Verona e Cento che hanno un po’ ridimensionato le ambizioni playoff dei biancoazzurri. Ieri coach Bucchi ha dovuto fare le classiche nozze con i fichi secchi, ma ci è riuscito grazie anche all’ottimo impatto di alcuni dei suoi.
VADE RETRO - Non più di una settimana fa, Cento era stata bravissima a sfruttare l’assenza di Vildera, usando il gioco interiore più per liberare gli esterni e metterli in ritmo che per punire nel pitturato la difesa brindisina. Bucchi ne ha fatto tesoro e ha impostato la difesa contro Nardò proprio su questo caposaldo, chiudendo qualsiasi linea di passaggio o gioco in post (anche grazie alla poca mobilità dei lunghi neretini) e scommettendo sulle percentuali da tre. Nardò tira con il 36% da tre e ha giocatori come Smith, Stewart, Donadio e Mouaha che possono far male dalla lunga distanza, ma una cosa è prendere tiri ad alta percentuali sugli scarichi, un’altra è farlo dal palleggio come unica opzione offensiva. Bucchi ha scelto questa via e ha avuto ragione. Nardò ha tirato con il 20% da tre e ha segnato solo 65 punti. Una volta chiusi i movimenti in post, agli esterni neretini non è restato che mettersi in proprio e cercare degli 1vs1 pigri che hanno portato scarsi risultati. Altro fondamentale importante è stato il modo in cui Brindisi ha difeso sulla transizione offensiva. A parte un paio di casi in cui qualche rimbalzo lungo si è trasformato in contropiede, la difesa di Brindisi è stata molto brava a chiudere gli attacchi rapidi degli avversari che potevano essere facilmente alimentati dai tantissimi errori al tiro dei biancoazzurri.
CERCASI TIRO DA TRE DISPERATAMENTE - Che Brindisi non fosse composta da tiratori da tre affidabili era cosa nota e problematica sin da inizio stagione. Se a ciò si aggiunge l’assenza di Vildera, e i suoi blocchi di contenimento tanto invisibili quanto fondamentali, la situazione diventa drammatica. Ieri Brindisi ha giocato molto bene in attacco, si è passata la palla e si è mossa molto senza dare punti di riferimento alla difesa di Nardò, esattamente come aveva fatto nelle sei vittorie consecutive. Peccato non abbia mai fatto canestro da tre, sbagliando tiri costruiti perfettamente e con metri di spazio. Radonjic, il miglior tiratore della squadra, ha chiuso con 0/8 sbagliando tiri che metterebbe ad occhi chiusi e continuando la spirale negativa in cui è finito nelle ultime 2/3 partite, Brown ha sparacchiato da ovunque (4/16 al tiro) e sembra quello che più soffre l’assenza di un lungo in grado di aiutarlo nel suo gioco. Con Laquintana fuori dai giochi, ennesimo problema muscolare che potrebbe fargli saltare qualche partita, il peso di questa squadra è sulle spalle di Andrea Calzavara che ieri, nonostante abbia giocato 38 minuti, ha avuto la lucidità che serviva nei momenti finali, soprattutto nell’andare a prendersi falli preziosi sugli show alti e aggressivi dei lunghi neretini. Ha tirato poco rispetto ad altre volte, ma ha letto i movimenti difensivi degli avversari nel modo migliore. Con lui si erge a MVP di giornata Mark Ogden che, nonostante fatichi ancora un po’ a ergersi a leader supremo, il suo contributo quando la palla scotta lo mette sempre. Ieri a tratti sembrava incapace anche di segnare i layup più semplici, ma alla fine, quando contava, la tripla e i tiri liberi decisivi sono finiti nella retina. Con tanti errori al tiro erano fondamentali i rimbalzi ed è li che Bucchi ha trovato la chiave giusta. Iannuzzi non è di certo un mostro in termini di atletismo e gli esterni neretini sono agili, ma svogliati e poco fisici. Il risultato? Pur concedendo 18 rimbalzi offensivi, Brindisi è riuscita a rimanere a galla prendendone ben 14, molti dei quali con gli esterni sui propri stessi errori al tiro. Il miglior rimbalzista offensivo, con 4, è stato Fantoma (11 punti e tante belle cose soprattutto in difesa) abile a far valere il proprio fisico con i pari ruolo, cosa che dovrebbe fare più spesso anche Arletti, dotato di un atletismo che ancora non riesce a controllare e che lo fa finire spesso fuori giri.
UN REGOLAMENTO SBAGLIATO - Venerdì si recupera la partita contro la JuVi Cremona, squadra che ieri ha sfiorato il colpaccio a Forlì e che ha fatto esordire Eric Washington (10+7 assist), sicuramente un ex gradito. Bucchi spera di recuperare Vildera, mentre è molto probabile che Laquintana non sarà della partita. In questo periodo, più che il match a preoccupare sono gli allenamenti. Brindisi questa settimana si allenerà in 7 più qualche ragazzo delle giovanili aggregato. Non è una situazione sostenibile a lungo e che poi si riflette inevitabilmente in partita. Se contro Nardò è andata bene, anche grazie ad un avversario non proprio nel momento migliore della stagione, dall’altra non si può sempre sperare di riuscire a sopperire a tutte queste assenza, La Società sta lavorando per inserire qualcuno, ma non c’è nessuno disponibile a far partire i propri italiani. Di certo l’A2 il prossimo anno dovrà rivedere qualcosa. Una stagione con tante partite, con movimenti di mercato più che limitati e soprattutto con i roster bloccati a 10 giocatori senior non è sostenibile, in quanto bastano due infortuni e le squadre non hanno neanche il minimo sindacale per allenarsi. Se il basket vuole crescere e sviluppare talenti deve anche avere dei regolamenti che siano appropriati alle competizioni che si giocano e non è possibile avere da una parte regole che proteggono il numero di italiani in campo (obbligatori e strapagati anche se non utilizzati) e dall’altra limitare al minimo i movimenti, creando un blocco che non fa bene né alle squadre, né ai giocatori spessi ai quali a volte farebbe meglio scendere di categoria per crescere, piuttosto che perdere anni fondamentali sventolando asciugamani in panchina.